In mattinata si sono registrati diversi scontri che hanno portato alla morte di un soldato ucraino. Almeno 10mila rifugiati hanno già raggiunto il territorio russo
Dalla Casa Bianca Biden tiene il punto sui piani russi e assicura: «sono convinto che Vladimir Putin ha preso la decisione di invadere». Il presidente ha ribadito un timore che si fa sempre più concreto: stando alle fonti governative l’attacco potrebbe avvenire nei prossimi giorni o addirittura nelle prossime settimane ma sarebbe già confermato dal Cremlino.
Su una soluzione diplomatica resta comunque aperto uno spiraglio: «non è mai troppo tardi».
Anche ieri Biden aveva ribadito la ferma convinzione che la Russia abbia in serbo dei “piani” di guerra, “non perché vogliamo un conflitto ma perché stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere per togliere ogni motivo che la Russia può addurre per giustificare l’invasione dell’Ucraina“, come spiegato in un tweet dalla Casa Bianca.
La tensione “sul campo”, precisamente a Donetsk, nel Donbass, è tangibile: qui il leader dei ribelli filorussi separatisti ha indetto una “mobilitazione generale“.
«Mi rivolgo ai miei concittadini che sono nella riserva perché si presentino ai rispettivi distretti militari. Oggi ho firmato un decreto per la mobilitazione generale» ha dichiarato Denis Pushilin in un videomessaggio.
L’appello è stato raccolto e rilanciato anche dal leader dell’autoproclamata repubblica popolare di Luhansk, Leonid Pasechnik. Nell’area è in corso un’evacuazione della popolazione civile, che è perdurata per tutta la notte e proseguirà anche in mattinata.
La crisi però non riguarda solo la regione: secondo alcuni fonti della Difesa americana oltre il 40% delle forze militari russe schierate al confine con l’Ucraina sono in posizione d’attacco.
Anche l’Osce, l’organizzazione per la sicurezza e la cooperazione europea, ha affermato di aver assistito a un “drammatico aumento dell’attività cinetica lungo la linea di contatto nell’Ucraina orientale“, registrando un numero di violazioni del cessate il fuoco pari a quello registrato nel luglio 2020.
Sulla crisi è tornata a intervenire la presidente della Commissione Ue. Nel suo intervento inaugurale della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, Ursula von der Leyen ha accusato il clima di tensione e punta il dito contro “i leader della Cina e della Russia“, alla ricerca di “una nuova era per rimpiazzare le leggi internazionali, preferiscono la legge del più forte al ruolo della legge, l’intimidazione all’autodeterminazione, la coercizione al posto della collaborazione”.
Von der Leyen ha ribadito anche che un attacco di Mosca “potrebbe costare alla Russia un futuro prospero“.
Per domani è atteso un nuovo colloquio telefonico tra Putin e Macron che, nel suo intento diplomatico, perseguirà la strada degli accordi di Minsk cercando da un lato un pretesto per andare incontro alle richieste del Cremlino dall’altro un punto fermo cui appellarsi per ribadire il no alla violenza militare.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA / EPA/SHAWN THEW
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