
Per quelle meno abbienti e con figli 1.900 euro in più all’anno. Si riducono le disuguaglianza al Sud
«La riforma dell’Irpef contenuta nella manovra di bilancio e l’assegno unico che scatterà il primo marzo hanno, presi nel loro insieme, un carattere redistributivo a favore dei nuclei familiari più vulnerabili e delle aree più svantaggiate del Paese». E’ quanto spiega il del Dipartimento Finanze del Mef sulle due grandi novità che quest’anno incideranno sui redditi di 22 milioni di famiglie.
I maggiori benefici riguarderanno i nuclei svantaggiati e con più figli. Secondo i calcoli del Dipartimento Finanze 1,13 milioni di nuclei, che si trovano nel primo decimo di reddito equivalente, quelle appunto più vulnerabili economicamente, godranno infatti di un beneficio pari a 1.935 euro l’anno, con un’incidenza sul reddito lordo dell’11,6%, in grandissima parte ascrivibile proprio all’assegno unico. I benefici si riducono gradualmente per i nuclei dei decimi successivi, in pratica i più ricchi, scendendo fino a circa 500 euro.
Non solo: le due misure aiuteranno a ridurre maggiormente le disuguaglianze, soprattutto al Sud.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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