
Secondo il Csel 3.805 piccoli enti locali hanno perso mediamente il 22% dei propri abitanti, per un totale di quattro milioni di residenti in meno
Come si è evoluta negli ultimi anni la demografia italiana? Dal 1981 al 2019 la popolazione italiana è aumentata di oltre tre milioni di abitanti ma questa crescita si è distribuita in modo disomogeneo: secondo una recente indagine del Csel – Centro Studi Enti Locali sono 3.805 i Comuni italiani che hanno perso abitanti per un totale di quattro milioni, con una media del 22% in meno.
L’indagine, basata su dati Istat raccolti in collaborazione con il Ministero per il Sud e la Coesione territoriale, ci offre una mappa dei Comuni che hanno subito questo processo di “desertificazione” demografica, tendenzialmente in favore di centri più grandi e più forniti dei servizi essenziali.
La distribuzione territoriale di questi enti si divide fra Nord (44%) e Sud (44%), mentre il restante dei Comuni sono del Centro Italia. Le Regioni in cui il fenomeno è stato più evidente sono il Piemonte con 664 comuni e la Lombardia con 441 Comuni. Seguono Calabria (309), Campania (289), Sardegna (277), Sicilia (245) e Abruzzo (213). Gli effetti meno evidenti sono in Trentino Alto Adige (48), Umbria (44) e Valle d’Aosta (23 Comuni).
Stando ai dati il fenomeno riguarda soprattutto i Comuni più piccoli che, nel 75% dei casi, sono sotto quota tremila abitanti e si attestano su un dato medio di 5.815 residenti. Non solo: più l’ente è piccolo e più la popolazione è calata: questo dato è diminuito di oltre il 50% in 212 Comuni con un numero medio di abitanti pari a 475.
Non mancano comunque importanti eccezioni. Anche il Comune di Napoli ha perso oltre 263mila residenti nell’arco di tempo analizzato, mentre Bari ha subito una decrescita di 259mila abitanti. Hanno il segno negativo anche Torino, Milano (-198mila abitanti), Genova (-197mila) e Catania (-84mila).
Fra le città che hanno invece acquisito più abitanti c’è il Comune di Giugliano in Campania, passato da 44mila a 118mila, seguito da Fiumicino (+41mila abitanti pari a +55%) e Reggio Emilia (+41mila). Il primo posto in termini di crescita va comunque a Basiglio, Comune dell’hinterland milanese passato da 808 a 7.749 abitanti, registrando una crescita dell’884%. Ottimi risultati per altri due enti lombardi, precisamente nel pavese: Roncaro (da 202 a 1549 cittadini, +667%) e Ceranova (+404%).
Sulla base di questo studio l’agenzia per la Coesione territoriale ha elaborato dei “nuovi criteri per la selezione delle aree interne da sostenere nel ciclo 2021- 2027“, aree periferiche “rispetto ai centri urbanizzati nei quali sono accessibili i servizi essenziali di salute, istruzione e mobilità“.
Questi dati hanno concorso all’elaborazione di una mappa dei centri che “nei prossimi anni saranno al centro di una politica nazionale innovativa di sviluppo e coesione territoriale volta a contrastare la marginalizzazione e i fenomeni di declino demografico“: una mappa geografica non indifferente visto che riguarda “il 60% della superficie nazionale, il 52% di Comuni e il 22% della popolazione italiana“.
Si parla nello specifico di uno stanziamento totale di 180 milioni di euro afferenti al Fondo di sostegno ai comuni marginali 2021-2023 da sfruttare a vario titolo: dai lavori su immobili comunali da cedere in comodato d’uso gratuito per l’apertura di attività commerciali, artigianali e professionali ai contributi per chi trasferisce la propria residenza e dimora abituale nei comuni delle aree interne.
Le amministrazioni che riceveranno più risorse in tal senso sono Lentini nel siracusano (924.485 euro), San Severo nel foggiano (890mila euro) e Licata nell’agrigentino (850mila euro).
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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