Il premier sul presidente ucraino Zelensky: “momento drammatico, è nascosto da qualche parte”
Il premier Mario Draghi è intervenuto questa mattina alla Camera per l’informativa sul conflitto tra Russia e Ucraina, esprimendo la sua solidarietà al presidente ucraino Zelensky, al popolo, e la ferma condanna alla Russia, che accomuna l’Italia agli altri Paesi dell’Unione Europea. Forte il biasimo dei leader verso Putin, accusato di non aver mantenuto la linea della diplomazia e della sincerità. «Voglio esprimere ancora una volta la solidarietà del popolo e del governo italiano alla popolazione ucraina e al Presidente Zelensky. Il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato», ha esordito Draghi.
«L’offensiva ha già colpito in modo tragico la popolazione ucraina: il ministero dell’Interno ucraino registra vittime civili. Le immagini a cui assistiamo – di cittadini inermi costretti a nascondersi nei bunker e nelle metropolitane – sono terribili e ci riportano ai giorni più bui della storia europea. Si registrano lunghe file di auto in uscita da Kiev e da altre città ucraine, soprattutto verso il confine con l’Ue -, ha raccontato Draghi, che è apparso molto provato. – L’Italia condanna con assoluta fermezza l’invasione, che giudichiamo inaccettabile. L’attacco è una gravissima violazione della sovranità di uno stato libero e democratico, dei trattati internazionali, e dei più fondamentali valori europei».
Per quanto riguarda la posizione dell’ambasciata, Draghi ha spiegato che è aperta, in allerta e pronta a intervenire in qualunque momento: «l’ambasciata italiana a Kiev è aperta, pienamente operativa, e mantiene i rapporti con le autorità ucraine, in coordinamento con le altre ambasciate, anche a tutela degli italiani residenti. L’Ambasciata resta in massima allerta ed è pronta a qualsiasi decisione. Abbiamo già provveduto a spostare il personale in un luogo più sicuro».
Il premier ha invitato con grande forza Mosca a tornare sui suoi passi e a ritirare le truppe, spiegando che il piano di Putin e le azioni della Russia hanno dimostrato un’incompatibilità di fondo e avranno conseguenze irreversibili sugli equilibri e sui rapporti internazionali, messi fortemente alla prova dopo più di 70 anni. «Il governo italiano ha sempre auspicato, insieme ai suoi partner internazionali, di risolvere la crisi in modo pacifico e attraverso la diplomazia. Qualsiasi dialogo, però, deve essere sincero e soprattutto utile. Le violenze di questa settimana da parte della Russia rendono un dialogo di questo tipo nei fatti impossibile. La nostra priorità oggi deve essere rafforzare la sicurezza del nostro continente e applicare la massima pressione sulla Russia perché ritiri le truppe e ritorni al tavolo dei negoziati».
Per quanto riguarda gli interventi mirati, il premier ha spiegato le scelte sulle sanzioni e l’impegno militare: «per quanto riguarda il piano bilaterale, stiamo definendo un pacchetto da 110 milioni di euro di aiuti finanziari all’Ucraina a scopi umanitari e di stabilizzazione macro-finanziaria. Nell’ambito della Difesa si stanno predisponendo misure di assistenza, in particolare nel settore dello sminamento e della fornitura di equipaggiamento di protezione. Per quanto riguarda le sanzioni, l’Italia è perfettamente in linea con gli altri Paesi dell’Unione Europea, primi tra tutti Francia e Germania. Le misure sono state coordinate insieme ai nostri partner del G7, con i quali condividiamo pienamente strategia e obiettivi».
Nello specifico queste le parole sul dispiegamento militare: «le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla Nato sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni – circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, insieme a forze navali, e a velivoli in Romania; e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando Alleato. Per queste, siamo pronti a contribuire con circa 1.400 uomini e donne dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, e con ulteriori 2000 militari disponibili».
L’informativa è durata quasi mezz’ora. Il premier è stato interrotto da 17 applausi e per due volte, nella parte iniziale, ha avuto bisogno di fermarsi un attimo per bere. L’applauso più lungo si è avuto quando dal suo scranno il presidente ha ribadito la solidarietà alla popolazione ucraina e al presidente Zelensky. L’Assemblea ha espresso inoltre il suo consenso battendo le mani anche sui ringraziamenti all’ambasciatore Pier Francesco Zazo e qualche minuto dopo sui ringraziamenti al ministro Luigi Di Maio e alla Farnesina.
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di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA