L’arte museale diventa più interattiva e coinvolgente con la realtà aumentata
È possibile interagire virtualmente nei musei? Matteo Fabbri, architetto e co-fondatore di Museum Interaction Experience (Mix) ce lo racconta.
Fabbri è operativo dal 2005 nel campo dell’innovazione dei beni culturali e nel 2018 decide di dare vita a Mix per consentire ai musei di “noleggiare” un’applicazione di realtà aumentata al servizio della cultura. Il visitatore accede al museo con l’applicazione e ottiene informazioni direttamente dalle opere d’arte o dai panelli che le accompagnano: un’audioguida che aggiunge i contenuti sul bene culturale d’interesse. È gratuita per il visitatore e il museo paga un abbonamento per poter continuare a offrire informazioni sempre aggiornate.
Mix nasce per aiutare i piccoli e i medi musei italiani che non riescono a sostenere economicamente un apparato multimediale: grazie a un abbonamento annuale a costi ridotti, possono ovviare il problema. Non solo. Mix viene incontro alle persone che, per motivi diversi, sono impossibilitati a recarsi in loco. Già due realtà importanti hanno aderito all’iniziativa Mix: i Musei Civici di Ferrara con Palazzo Schifanoia e il Museo Diocesano Kronos di Piacenza.
Si cerca di andare oltre, spaziando anche nell’editoria. E’ possibile rendere “aumentati” i cataloghi, aggiungendo contenuti multimediali come video, gallerie fotografiche oppure le confezioni di prodotti alimentari in cui si ottengono proposte di ricette e il percorso di filiera. Rispetto agli altri competitor, Mix dispone di un dashboard che consente di modificare e di aggiungere contenuti.
Esperienze sempre più immersive e maggiori informazioni fornite dall’opera stessa. Sono queste le aspettative del futuro, nella speranza di poter realizzare un sogno forse di tutti: l’Arte immortale che comunica con noi, poveri mortali.