A soffrire di più sono le Regioni del Centro e del Nord. Più resiliente il Sud. L’unica crescita si registra in Valle d’Aosta (+5)
La crisi del turismo a causa della pandemia non conosce tregua con le chiusure che non fanno altro che aumentare. Nel solo 2021 hanno cessato l’attività 4.116 imprese della ricettività e dei servizi turistici, il dato peggiore degli ultimi cinque anni. Un’accelerazione delle chiusure che non è stata compensata da nuove aperture: in un anno sono nate solo 1.916 nuove imprese turistiche, per un saldo negativo di -2.200 imprese. Sono questi i dati allarmanti che emergono da un’analisi di Assoturismo Confesercenti sui dati di natimortalità della ricettività (alberghi, ostelli, rifugi alpini, affittacamere e case vacanze non occasionali, campeggi) e dei servizi turistici (agenzie di viaggio, tour operator, servizi di biglietteria, guide e accompagnatori turistici).
Ebbene in termini assoluti a soffrire di più è la ricettività: nel 2021 il saldo tra aperture e chiusure è negativo per -1.356 imprese dopo che nel 2019 il bilancio era stato di -366. Questo crollo vertiginoso è dovuto anche all’assenza totale di sostegni per questi comparti nell’anno appena concluso, dopo un primo e unico intervento nel 2020.
Il bilancio peggiore si registra nelle Regioni del centro, con una situazione molto nera a Roma (guarda qui), e al Nord. Più resilienti, invece, Sud e Isole, che perdono solo -114 e -64 attività, grazie anche al bilancio stabile tra aperture e chiusure della Sardegna. L’unica crescita si registra in Valle d’Aosta (+5).
Anche il 2022 non si è aperto sotto i migliori auspici: la quarta ondata ha cancellato gennaio e febbraio e la primavera è partita piano: l’80% delle camere disponibili per marzo è ancora senza prenotazione. «Servono sostegni più incisivi o le chiusure accelereranno ancora. Salvate le imprese, dobbiamo lavorare sul riavvio – ha detto Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo. – Chi arriva ultimo alla riapertura ha perso: per questo servono già ora regole chiare sulle modalità della ripartenza della mobilità turistica, a partire da eventuali obblighi, che dovranno essere in linea nei tempi e nei modi con il resto d’Europa. In questo quadro, serve un investimento straordinario nel marketing: dobbiamo promuovere meglio e di più all’estero la destinazione Italia, tra le più desiderate e, in questo momento, sicure del mondo. I nostri competitor lo stanno già facendo».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
Ti potrebbe interessare anche: