
È stata creata un’unità di crisi con un emergency desk per le imprese e un piano di screening
In ordine sparso, arrivano le prime reazioni del mondo economico all’esplosione del conflitto connesse alle riflessioni sulle sanzioni economiche in arrivo. Dopo le stime sull’inflazione di Confesercenti (qui) e quelle sull’impatto nell’export di Confartigianato (qui), anche gli industriali hanno espresso le loro preoccupazioni: «siamo scioccati, ora c’è tanta paura».
Anche gli industriali che lavorano da anni in Ucraina sono stati colti “impreparati” dall'”evoluzione incredibile” del conflitto, come ha spiegato anche il presidente di Confindustria Ucraina Marco Toson.
«Le famiglie sono rientrate, gli imprenditori sono rimasti là, a presidiare le aziende, accanto ai dipendenti. Hanno deciso di non allontanarsi. È una scelta difficile ma gli imprenditori sono gli ultimi ad abbandonare l’azienda» ha spiegato.
Cavalcando la rapida crescita del mercato ucraino, registrata anche l’anno scorso durante il Covid, “diversi di noi avevano pronti altri investimenti importanti, anche già finanziati“. Erano pronti anche “fondi e attrezzature” per raddoppiare gli stabilimenti ma “adesso stiamo vivendo un momento di di confusione“.
«Come Confindustria Ucraina abbiamo subito creato una unità di crisi. Abbiamo aperto un emergency desk per le imprese (numero di emergenza +39.389.8745065). Stiamo raccogliendo informazioni, cerchiamo di redarre un piano di di sicurezza» spiega.
A questo si aggiunge un’operazione di “screening delle aziende, delle diverse situazioni, per poter avere un report da portare a Roma e, con il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, capire esattamente cosa serve, cosa sarà possibile fare“.
Proprio Bonomi ieri aveva annunciato la sua rinuncia alla candidatura alla presidenza di Lega Calcio per concentrarsi “sulle difficoltà dell’industria italiana” (qui).
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI
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