Gli incentivi sono destinati a imprese già costituite a prevalente partecipazione femminile, alle persone fisiche aspiranti imprenditrici e alle lavoratrici autonome
Fra i fondi in arrivo nell’ambito del Pnrr ci sono anche sostegni e investimenti dedicati all’imprenditorialità femminile. Nello specifico, si tratta di contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati indirizzati tanto alle imprese femminili già esistenti quanto a quelle nasciture.
Le risorse del Pnrr previste per questo scopo ammontano a 400 milioni di euro, cui si va ad aggiungere uno stanziamento iniziale di 40 milioni di euro per il Fondo Impresa Donna. Vediamo chi sono i destinatari di questo sostegni e come richiederli.
I fondi si articolano in tre linee di agevolazione: gli incentivi per la nascita e lo sviluppo delle imprese femminili, quelli per il loro sviluppo e il consolidamento e le azioni per la diffusione di una cultura e di una formazione imprenditoriale femminile. I settori di riferimento sono industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, servizi, commercio e turismo.
Nello specifico le spese sono destinate a coprire diverse azioni: le immobilizzazioni materiali (con riferimento a impianti, macchinari e attrezzature nuovi (a servizio esclusivo dell’iniziativa agevolata), immobilizzazioni immateriali (anche qui, necessarie all’attività oggetto dell’iniziativa agevolata), servizi i cloud per la gestione aziendale.
Dal punto di vista del capitale umano, i fondi possono poi essere impiegati anche per il personale dipendente, assunto a tempo indeterminato o determinato dopo la data di presentazione della domanda e impiegato funzionalmente nella realizzazione dell’iniziativa agevolata.
Infine, è possibile sfruttare i fondi per esigenze di capitale circolante (materie prime, sussidiarie, materiali di consumo; servizi di carattere ordinario, strettamente necessari allo svolgimento delle attività dell’impresa) e per il godimento di beni di terzi, inclusi spese di noleggio, canoni di leasing e oneri per la garanzia.
Chi ha diritto a ricevere gli incentivi? L’iniziativa è rivolta a imprese femminili già costituite a prevalente partecipazione femminile, alle persone fisiche aspiranti imprenditrici e alle lavoratrici autonome con partita Iva aperta da meno di 12 mesi dalla data di registrazione della pratica (o in alternativa iscritte all’ordine professionale di riferimento).
In caso di imprese già costituite, gli incentivi sono rivolti nello specifico a imprese individuali in cui la donna è titolare, società di capitale le cui quote di partecipazione spettino per almeno 2/3 a donne e i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno i 2/3 da donne e società cooperativa e società di persone il cui numero di donne socie rappresenti almeno il 60% della compagine sociale.
Vediamo, nello specifico, in cosa consistono questi contributi. Nel caso di imprese femminili già costituite da meno di 12 mesi è possibile accedere a un contributo a fondo perduto pari all’80% per progetti con spese ammissibili entro 100mila euro (90% nel caso di donne disoccupate che avviano un’impresa individuale o un’attività di lavoro autonomo, 50% nel caso di spese ammissibili oltre i 100mila). Il contributo massimo erogabile è del 50%.
Nel caso di imprese femminili costituite da più di 12 mesi (ma non oltre i 36 mesi) vengono attribuiti un contributo a fondo perduto pari al 50% dell’ammontare complessivo delle spese del progetto e un finanziamento a tasso zero pari al restante 50% del progetto.
Infine, le imprese femminili la cui costituzione è antecedente ai 36 mesi hanno diritto a un contributo a fondo perduto e un finanziamento agevolato da applicare alle spese di investimento; le esigenze di capitale circolante sono agevolate nella forma del contributo a fondo perduto.
A questo si va ad aggiungere un voucher fino a cinquemila euro a impresa da spendere in assistenza tecnica e gestione, di cui tremila per servizi di Invitalia.
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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