Preoccupa il 2022. Pesano impatto guerra, rincari energia e materie prime
Cresce la produzione metalmeccanica nel 2021 e supera i livelli pre-Covid. Lo scorso anno il dato è cresciuto del 15,9% rispetto all’anno precedente, nonostante la flessione registrata nell’ultimo trimestre. Ciò ha consentito di recuperare completamente il crollo osservato nel corso della pandemia, con i volumi di produzione 2021 superiori dello 0,3% rispetto al 2019, anche se l’intero comparto industriale ha registrato un calo dello 0,6%. E’ la fotografia scattata da Federmeccanica nella consueta indagine congiunturale sull’industria metalmeccanica.
La performance dell’industria metalmeccanica italiana è stata migliore dei principali Paesi UE, dato che in Francia e Germania i volumi risultano ancora inferiori di circa 10 punti rispetto ai livelli pre-pandemici. Il recupero italiano, oltre che da un miglioramento della domanda interna, è stato favorito da una marcata ripresa dell’export, cresciuto in media del 18,4% sul 2020. Una parte significativa di tale incremento è però imputabile a una forte crescita dei valori medi unitari che hanno contribuito in maniera sostanziale anche all’aumento delle importazioni (+24,9%).
«I dati dello scorso anno sono nel complesso positivi ma già evidenziavano una dinamica preoccupante come emerge dai dati relativi alla seconda metà dell’anno e, in particolare, del quarto trimestre – ha dichiarato Federico Visentin, presidente Federmeccanica. – A questo si aggiunge, ora, un ulteriore allarme proprio a causa dell’impatto che il quadro bellico può avere sull’economia globale e su quella del nostro Paese».
Le aspettative per il 2022 sono fortemente condizionate dalle conseguenze economiche del conflitto in Ucraina che inasprisce gli aumenti dei prezzi energetici e delle materie prime. L’andamento dei prezzi delle materie prime si ripercuote inevitabilmente anche sui prezzi alla produzione dei prodotti industriali: nel 2021 l’aumento medio per il settore metalmeccanico, che risulta il maggior utilizzatore di metalli, è stato pari a +7,8%, con una crescita più marcata per i prezzi dei Metalli e prodotti metallo (15,9%). Incrementi di costo che, sottolinea l’indagine di Federmeccanica, “impattano negativamente sulla competitività di molte imprese e che stanno ridimensionando molto i margini di profitto“.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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