In Italia gli uomini guadagnano in media circa 2.705 euro l’anno più delle donne
Anche la Rome Business School ha dedicato un nuovo capitolo di analisi al divario salariale in Italia. Il rapporto Il Gender Gap in Italia. Donne, Covid e futuro del lavoro: il ruolo del PNRR e del mondo dell’informazione evidenzia innanzitutto come ci sia ancora una differenza sostanziale fra le buste paga degli uomini e quelle delle donne.
In Italia questa differenza si attesta al 29,7%, contro una media europea del 29,6%: nel nostro Paese gli uomini guadagnano in media circa 2.705 euro l’anno più delle donne. Di questo passo, per colmare appieno il divario di genere nei salari di tutto il mondo saranno necessari oltre 135 anni.
Il rapporto evidenzia altre criticità del mondo del lavoro, ancora fortemente legate al divario di genere (ne avevamo parlato anche qui). Dalla pandemia il tasso di occupazione delle donne è passato dal 50% al 48,6%, portando il gap occupazionale tra donne e uomini da 17,9 a 18,9 punti.
In questo quadro l’Italia occupa una delle ultime posizioni fra i paesi industrializzati per la qualità dell’impiego: nel 2021 ha perso il lavoro il 3,9% degli uomini, a fronte del 5% delle donne. Una condizione aggravata dalla pandemia ma già pre-esistente in problemi strutturali come il ritardo nell’adozione dello smart working e un’endemica assenza di stabilità lavorativa.
In particolare, le donne occupano meno posizioni rispetto agli uomini nel mondo della finanza, in politica, nelle professioni legate alle nuove tecnologie e, in generale, fra i top manager. Nella classifica European Women on Boards basata sulla percentuale di donne Ceo, l’Italia è scesa al 3% (rispetto al 4% del 2020), attestandosi nelle ultime posizioni insieme a Germania (3%) e Svizzera (2%).
La ricerca pone anche un interessante accento sui risvolti positivi di una maggiore inclusività delle donne nel mondo del lavoro, che porterebbe a una crescita esponenziale del Pil fino al 35%. Per farlo sarà necessario ridurre le barriere che ostacolano l’ingresso alle donne o il loro reinserimento nel mercato del lavoro, sfruttando le opportunità offerte da digitalizzazione, globalizzazione e aumento dell’aspettativa di vita.
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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