L’incremento delle vendite sulle piattaforme digitali è compensato dal calo di quelle nei negozi fisici, tanto che il bilancio complessivo ridimensiona la crescita allo 0,4%
La crescita dell’e-commerce nella Gdo non accenna un arresto: dopo il boom spinto dalla pandemia del 2020 (+146%), lo scorso anno le vendite online hanno registrato un’ulteriore incremento del 23,5%, attestando su quota 1,8 miliardi di vendite totali, pari al 2,5% del volume d’affari dell’intero settore FMCG.
Sono questi i dati emersi dall’Osservatorio Digital FMCG di Netcomm in collaborazione con NielsenIQ, giunto alla sua quarta edizione e relativo al 2021.
A scontare il prezzo di questo boom sono invece i canali di vendita offline, che hanno registrato percentuali di crescita inferiori e, in alcuni casi, negative. Bilanciando le due componenti, la crescita nella Gdo si ridimensiona quindi su uno 0,4% in più delle vendite complessive.
Andando ad analizzare i singoli comparti, si nota come l’impatto dell’e-commerce sia incisivo in tutti i settori.
«È chiaro che il consumatore digitale si stia evolvendo e che un’esperienza basica non sia più soddisfacente» spiega in una nota il presidente di Netcomm Roberto Liscia.
«Il consumatore è alla ricerca di efficienza, ma anche di un’esperienza sempre più personalizzata, semplice e intuitiva. Il phygital parte proprio dall’esperienza del cliente: il digitale si affianca al fisico e assume un ruolo chiave durante tutte le fasi del percorso d’acquisto, dalla raccolta di informazioni e dalla comparazione di prezzi, prodotti e servizi, al supporto post-vendita e all’attività di recensione» spiega.
Il digitale è, quindi, ormai un pilastro imprescindibile di qualsiasi strategia di marketing nel contesto FMCG.
L’Osservatorio mette in luce le opportunità offerte dall’esplosione delle vendite digitali, in particolare per i brand emergenti che devono necessariamente puntare su convenience, dunque sul risparmio di tempo per il consumatore fornendo un servizio rapido e informazioni chiare, sull’healthy food, un altro trend che non conosce crisi, e sulla personalizzazione dell’esperienza di vendita.
In particolare i prodotti “free from” e quelli premium, quindi caratterizzati da un prezzo più alto del 50% rispetto alla media della categoria, trovano un ottimo riscontro proprio nell’e-commerce più che nella vendita fisica; fra tutti, basta citare i dati del bio che pesa per il 6,7% nell’online, solo per il 3,6% nell’offline.
Anche i piccoli brand possono trarre un prezioso vantaggio dal digitale, che consente di mettere in mostra i cataloghi e sponsorizzare i prodotti a fronte di una riduzione netta dei costi gestionali fissi per le strutture. Il peso di questi marchi, difatti, è del 29% online contro il 19% delle vendite offline.
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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