
Attacco aereo all’aeroporto di Lutzk, due morti. Bersagliato anche l’istituto di ricerca nucleare a Kharkiv. A Dnipro colpito un asilo
Infuria la battaglia sul suolo ucraino. Questa mattina i russi hanno conquistato la città di Volnovakha, a nord di Mariupol. Colpito l’aeroporto di Lutzk, il raid ha causato due morti.
Il conflitto si è esteso a ovest. Le esplosioni infuriano dalle prime luci dell’alba a Lutsk e a Dnipro, città dell’entroterra sul fiume Dnepr, dove sono stati colpiti un asilo e un condominio. A Lutsk, invece, preso di mira un aeroporto e una fabbrica, unico luogo in cui – secondo quanto riportano i media locali – sarebbe possibile riparare alcuni motori di aerei da combattimenti.
È stato colpito da un raid russo anche l’istituto di fisica e tecnologia di Kharkiv, sede di un reattore nucleare sperimentale. Il Kyiv Independent ha riportato le dichiarazioni dell’ispettorato statale per la regolamentazione nucleare dell’Ucraina, che ha annunciato che è stato danneggiato l’esterno della struttura e forse anche numerosi laboratori in tutto l’edificio.
Intanto, è stato smantellato e ridistribuito l’enorme convoglio russo di veicoli, carri armati e artiglieria lungo 40 miglia, pari a 64 chilometri, rimasto fuori da Kiev dalla scorsa settimana. La sua avanzata sembrava essersi fermata a causa delle segnalazioni di carenza di cibo e carburante.
I leader dell’Unione Europea che ieri si sono riuniti a Versailles hanno dichiarato di essere pronti ad adottare nuove sanzioni per punire Putin dell’invasione dell’Ucraina: «siamo determinati ad aumentare ulteriormente la nostra pressione su Russia e Bielorussia. Abbiamo adottato sanzioni significative e restiamo pronti a procedere rapidamente con ulteriori sanzioni», hanno dichiarato tramite una nota uscita nella notte.
Inoltre, hanno chiesto alla Russia di rispettare gli accordi per i corridoi umanitari: «chiediamo alla Russia di rispettare pienamente i suoi obblighi ai sensi del diritto umanitario internazionale. Deve garantire un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli alle vittime e agli sfollati interni in Ucraina e consentire un passaggio sicuro ai civili che vogliono andarsene».
Intanto mostra preoccupazione la Cina, con il premier Li Keqiang che ha dichiarato di sperare che la pace possa tornare il prima possibile: «Pechino segue una politica diplomatica pacifica e indipendente – ha detto. – È importante sostenere Ucraina e Russia perché superino le differenze: lavoreremo con la comunità internazionale per evitare ulteriore escalation e che la situazione vada del tutto fuori controllo. Sosteniamo una normale cooperazione con tutte le parti sulla base del rispetto reciproco e di relazioni vantaggiose per tutti».
Il presidente Usa Joe Biden si prepara a isolare ancora di più la Russia sul fronte economico: gli Stati Uniti si muovono verso la revoca di tutti i privilegi commerciali a Mosca.
Per quanto riguarda i profughi, l’agenzia Tass fa sapere che oltre 220mila persone sono state evacuate verso la Russia dal Donbass e dal resto dell’Ucraina.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
Ti potrebbe interessare anche: