
Focus oggi sul Pil tedesco, la produzione industriale britannica e la fiducia dei consumatori calcolata dall’Università del Michigan
Partenza cauta ma positiva questa mattina per le Borse europee nell’ultimo giorno di contrattazione. In avvio di seduta il Dax avanza dello 0,6%, mentre il Ftse 100 e il Cac40 mostrano rispettivamente una crescita rispettivamente dello 0,9% e dello 0,4%.
Positiva anche Piazza Affari. Il Ftse Mib segna in apertura +0,32% a 22.959 punti. Tra i titoli spicca il +11,4% di Leonardo dopo il bilancio (leggi qui). Faticano invece le banche con Unicredit a -0,7% e Intesa a -1,9%, entrambe reduci dall’oltre -7% di entrambe ieri. Tra le big rialzo dello 0,33% per Enel, mentre ENI segna +0,2%. Continua la corsa di TIM (+6% a 0,29 euro), già tonica ieri in attesa del CdA di domenica che si esprimerà sull’offerta di KKR.
Gli occhi degli operatori restano sempre puntati sull’evoluzione del conflitto tra Ucraina e Russia. L’incontro tra i ministri degli Esteri dei due Paesi in Turchia è terminato con un nulla di fatto e le notizie che arrivano dal fronte di Mariupol restano drammatiche.
I mercati asiatici sono per lo più in ribasso, con Tokyo in calo di circa il 2%. Si salva Shanghai con un timido +0,41%. Oltre Atlantico i futures di Wall Street viaggiano sopra la parità (Dow Jones a +0,29%, S&P 500 a +0,28%, Nasdaq a +0,28%).
Sul valutario l’euro si stabilizza contro il dollaro dopo la marcata flessione di ieri pomeriggio post-inflazione Usa (guarda qui). Il cambio contro il biglietto verde guadagna lo 0,19% a 1,1004, con lo Us Dollar Index fermo a 98,5 punti. Stessa dinamica rispetto alle altre valute rifugio. La moneta comune recupera contro lo yen lo 0,72% a 128,47. In rialzo dello 0,25% il cross con il franco a 1,0240. Lato materie prime il petrolio ha ritracciato dai massimi del 2008 avviandosi verso il maggior calo settimanale dallo scorso novembre. Le voci di maggiori forniture da parte di Iran, Venezuela ed Emirati Arabi Uniti hanno placato l’impennata di settimana scorsa. Tuttavia, le turbolenze sul lato dell’offerta rimangono. Il Brent e il Wti lievitano rispettivamente dell’1,42% a 110,88 dollari al barile e dell’1,3% a quota 107,22.
L’agenda macro di oggi prevede il Pil tedesco, la produzione industriale britannica e la fiducia dei consumatori calcolata dall’Università del Michigan.
di: Maria Lucia PANUCCI
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