Pechino vuole diminuire la dipendenza dai Paesi Quad
Con l’Europa che si allontana sempre più vertiginosamente dalla Russia moralmente ed economicamente, cercando di tagliare il cordone ombelicale del gas, Mosca ha iniziato a guardare verso la Cina, puntando sulla rotta di export orientale.
A maggior ragione perché Pechino vuole diventare meno dipendente dai Paesi che fanno parte dell’alleanza Quad.
In pieno fervore, quindi, la costruzione del nuovo gasdotto dall’isola russa di Sakhalin, secondo quanto riporta il Nikkei Asia.
L’accordo tra Russia e Cina è stato raggiunto il mese scorso, a margine del vertice tra il presidente cinese Xi Jinping e Vladimir Putin, tramite il gigante cinese CNPC e Gazprom.
Attualmente il gaso russo affluisce in Cina attraverso l’unica pipeline denominata Power of Siberia, che ha avviato le sue attività nel 2019 e una portata annua di 38 miliardi di metri cubi.
Ma ci sono altre novità nei rapporti tra i due Stati: il primo marzo Gazprom ha annunciato di aver fatto passi concreti verso la costruzione del Power of Siberia 2, una pipeline che attraverserà la Mongolia e che avrà una capacità annua di 50 miliardi di metri cubi; questo andrà ad unirsi a un altro gasdotto della capacità di 10 miliardi di metri cubi annui. Inoltre, si pensa a un’espansione di Power of Siberia e una nuova connessione negli Altai attraverso la regione del Xinjiang. La somma di questi progetti arriva a un incremento dell’import di 100 miliardi di metri cubi annui, pari a metà del fabbisogno cinese.
Pechino ha urgente bisogno di gas. Ha cominciato infatti ad affrontare l’inquinamento endemico delle sue città e in occasione delle Olimpiadi di Pechino è passata al gas naturale dal carbone, ma la produzione nazionale cinese copre solo metà del fabbisogno. Due terzi dell’import è nella forma di gas naturale liquefatto, di cui dallo scorso anno la Cina è il maggiore importatore mondiale avendo superato il Giappone.
Al momento, importa il 40% del suo LNG dall’Australia, che è un avversario geopolitico e fa parte dell’alleanza Quad, Quadrilateral Secutiry Dialogue (Usa, Australia, Giappone e India). Un altro 10% arriva dagli Stati uniti.
Un passaggio alla Russia sarebbe una boccata di ossigeno per Mosca, che attualmente fornisce tra i 170 e 200 miliardi di metri cubi all’Europa, forniture che si può immaginare verranno tagliate per le tensioni geopolitiche.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/EPA/ALEXEI DRUZHININ
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