
Mentre l’Occidente si prepara ad accogliere chi fugge dalla guerra, non si arrestano i raid aerei colpendo anche obiettivi civili, almeno 9 ospedali secondo il Washington Post
È stata l’ennesima notte di sirene antimissile nelle città ucraine, che suonano anche nel 18esimo giorno di conflitto. Ieri Mosca avrebbe dato il suo ok a un incontro diplomatico con la controparte a Gerusalemme, senza però al contempo dare alcun segno di fermare l’invasione.
Questa mattina un raid aereo ha colpito il Centro internazionale per la pace e la sicurezza dell’Ucraina a Leopoli. Il sindaco Andriy Sadovyi ha riferito che l’esercito russo ha lanciato 8 missili contro la base militare ucraina di Yavoriv, vicino al confine con la Polonia e non è ancora chiaro se l’attacco abbia provocato delle vittime.
Secondo il Washington Post, che ha ricostruito l’invasione esaminando video e testimonianze, dall’inizio del conflitto si sono registrati almeno 9 attacchi a strutture ospedaliere.
Stando ai primi dati del Viminale, in Italia sono già arrivati 35mila profughi ucraini, che hanno trovato un posto grazie ad uno “spontaneismo” dell’accoglienza fatta di una rete di parenti e conoscenti.
Sono comunque al vaglio da parte di Regioni e Protezione civile soluzioni più strutturali che garantiscano un alloggio sicuro alle persone in arrivo.
«Putin contava su una Nato divisa, un Occidente diviso e, sinceramente, un’America divisa. Ma non ha avuto niente di tutto questo» ha scritto in un tweet il presidente Joe Biden, rivendicando l’azione coesa dell’Alleanza.
Oltreoceano si eleva anche la voce di Trump che, tornando a parlare dal South Carolina, mette in guardia: l’invasione “potrebbe portare alla terza guerra mondiale” e le cose andranno “di male in peggio” perché “non abbiamo nessuno che possa parlare con lui. Avevate in me qualcuno che poteva parlarci: nessuno è stato più duro di me con la Russia“.
«Se avesse avuto rispetto per il nostro presidente non sarebbe mai accaduto» aggiunge.
di: Marianna MANCINI
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