Anche Generali ed Intesa Sanpaolo valutano l’addio
Unicredit è pronta all’uscita dalla Russia. Questa mattina, in un incontro con il mercato, il ceo della banca Andrea Orcel ha annunciato una revisione urgente della strategia nel Paese a seguito dell’invasione dell’Ucraina.
La perdita massima per la banca, nel peggiore scenario di cancellazione dell’esposizione in Russia, sarebbe di circa 7,5 miliardi di euro. «Ovviamente — ha detto Orcel — abbiamo bisogno di considerare seriamente l’impatto e le conseguenze e la complessità del distacco di una banca completa dal Paese».
Anche Generali sta valutando l’addio al Paese dove però è esposta per meno di 700 milioni. «Stiamo monitorando con grande attenzione la situazione in Russia e Ucraina – ha detto l’a.d. Philippe Donnet. – Subito dopo l’invasione abbiamo annunciato decisioni chiare, abbiamo chiuso il nostro ufficio di rappresentanza a Mosca e lasciato tutti gli incarichi nel cda di Ingosstrakh, sulla cui gestione non abbiamo nessuna influenza. Inoltre abbiamo deciso di avviare il processo di chiusura delle attività di Europ Assistance in Russia. Abbiamo deciso tutto tempestivamente e lo abbiamo annunciato con chiarezza».
Anche Intesa Sanpaolo nei giorni scorsi ha ventilato una retromarcia da Mosca. «La nostra presenza in Russia è oggetto di valutazione strategiche – ha spiegato un portavoce del gruppo guidato da Carlo Messina, che opera con 28 filiali e oltre 900 dipendenti. – Condanniamo totalmente quanto sta accadendo e siamo impegnati ad aiutare tutte le nostre persone in Ucraina fornendo accoglienza, nei paesi in cui operiamo, ai colleghi ucraini».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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