La situazione occupazionale degli under 35 ha pesanti ripercussioni in termini sociali, fra indipendenza e genitorialità
La cosiddetta “generazione Erasmus” è cresciuta ed ora, con un effetto boomerang, si appresta a tornare a casa, complici la pandemia, il peggioramento della situazione economica conseguentemente al conflitto in Ucraina ma anche, prima ancora, la crisi finanziaria innescata dal 2008.
Una tendenza sempre più marcata che è valsa per centinaia di migliaia di ragazzi il nuovo appellativo di “generazione di ritorno” o “generazione boomerang”. Nello specifico, parliamo di una platea che nel 2014 era stimata sui 500mila giovani ma che ad oggi è ben più ampia del previsto.
Secondo gli ultimi dati infatti il 70% dei trentenni oggi è costretto a ricorrere a un aiuto economico dalla propria famiglia, spesso gravando su bilanci già compromessi. Il rischio connesso è anche che, dopo aver studiato all’estero, frequentato stage in aziende internazionali e protratto percorsi di ricerca esteri, questa generazione finisca per mettere in un cassetto l’esperienza accumulata rendendola di fatto infruttuosa.
Già nel 2013 3,3 milioni di giovani tra i 20 e i 34 anni viveva a casa dei propri genitori: il 26% del totale, ossia il 25% in più rispetto al 1996. Negli ultimi anni questo dato non ha fatto che crescere, come conferma un recente studio del Consiglio nazionale dei giovani, in collaborazione con Eures, sulle prospettive occupazionali degli under 35.
Nel 50,3% dei casi questa fascia abita con i propri genitori e solo quattro giovani su 10 vivono da soli o con il proprio partner.
Il dato non migliora fra quelli che hanno un’occupazione stabile: poco più della metà di questi giovani ha creato un proprio nucleo familiare mentre il 33,5% degli under 35 non è ancora riuscito nell’intento di rendersi indipendenti dal proprio nucleo di appartenenza.
Lo scenario si riflette inevitabilmente anche sulla natalità: fra i giovani tra i 18 e i 35 anni solo il 6,5% dichiara di avere figli; un terzo del campione dichiara di non avere figli e di non volerne nemmeno per gli anni a venire, anche e soprattutto in mancanza delle condizioni economiche di base.
Ad esempio, solo il 12% degli under 35 è proprietario della casa in cui abita e appena un giovane su 10 ha provato ad acquistare un appartamento.
L’effetto boomerang, insomma, rischia di non essere solo generazionale ma di avere effetti a lungo termine sull’intera società.
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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