
La Cina ritiene la Nato colpevole di aver scatenato il conflitto. Nuovi attacchi russi sul villaggio di Makariv, a Kiev
Il vero impedimento ai trattati di pace tra Kiev e Mosca sono gli Stati Uniti: a sostenerlo è il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, ripreso da Interfax, quando dichiara che gli Stati Uniti impediscono gli accordi “non permettendo a Kiev di accettare le richieste minime avanzate da Mosca“.
Il ministro ha poi definito “demagogica” l’iniziativa della Polonia di introdurre le forze di pace della Nato nel territorio dell’Ucraina. «Non escludo che se venisse presa una tale decisione, la base di una tale forza di mantenimento della pace sarà il contingente polacco, che prenderà il controllo dell’Ucraina occidentale. Mi sembra che questo sia il piano» – ha affermato Lavrov, aggiungendo che la Russia rafforzerà la sua cooperazione con la Cina.
Da parte sua la Cina ha fatto sapere di ritenere la Nato “colpevole” per la guerra in Ucraina e di criticare le sanzioni contro la Russia. A dirlo è il viceministro degli Esteri cinese, Le Yucheng, durante un discorso pronunciato nel corso di una conferenza a Pechino. Secondo Yucheng l’Alleanza Atlantica costituisce “vestigia della Guerra Fredda” e la sua espansione potrebbe comportare “ripercussioni troppo terribili da contemplare” da una grande potenza come la Russia.
Mosca, ancora, punta il dito contro il ministro della Difesa italiano. Il direttore del Dipartimento per gli Affari europei del ministero degli Esteri russo, Alexey Paramonov, ha infatti definito il ministro Lorenzo Guerini “uno dei falchi e l’ispiratore della campagna antirussa in seno al Governo italiano”. «Vorrei far notare che inviando la missione umanitaria, la Russia non era guidata dalla volontà di ottenere dividendi reputazionali o vantaggi di politica estera, ma da un sentimento di solidarietà e dal desiderio di andare in soccorso del popolo italiano in uno dei momenti più difficili del Dopoguerra» – ha detto Paramonov, riferendosi all’aiuto dato dalla Russia all’Italia allo scoppio della pandemia.
Lo stesso Paramonov aveva dichiarato che “nuove sanzioni” da parte dell’Italia avrebbero comportato “conseguenze irreversibili“. Dichiarazioni “minacciose” che la Farnesina ha respinto con “fermezza“, invitando invece il ministero degli Esteri russo ad “agire per la cessazione immediata dell’illegale e brutale aggressione” nei confronti dell’Ucraina, “che la Farnesina condanna fortemente“. «L’Italia coi partner europei ed internazionali continuerà a esercitare ogni pressione affinché la Russia torni nel quadro della legalità internazionale» – si legge in una nota.
E ancora, il Servizio federale per la sicurezza russo (Fbs) ha affermato che le mine posizionate dalla Marina ucraina nei porti del Mar Nero potrebbero andare alla deriva, verso lo stretto del Bosforo e il Mediterraneo.
Dall’Occidente, invece, parla il premier britannico Boris Johnson secondo il quale Putin avrebbe invaso l’Ucraina perché quest’ultima ha “una stampa libera, elezioni libere” e il presidente russo sarebbe “terrorizzato che il modello ucraino potesse prendere piede in Russia“, dove “gli oppositori politici vengono uccisi“.
Cresce intanto il numero delle vittime civili del conflitto in Ucraina: 816 dal 24 febbraio ad oggi. A renderlo noto è l’Ufficio dei Diritti umani delle Nazioni Unite che tuttavia specifica che “le cifre sottostimano notevolmente il bilancio reale“. I feriti, invece, sarebbero 1.333.
Sarebbero, invece, 3.328.692 i rifugiati fuggiti dal Paese, ai quali si aggiungono circa 6,5 milioni di sfollati. Lo riferisce l’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati: «le persone continuano a fuggire perché hanno paura delle bombe, degli attacchi aerei e della distruzione indiscriminata» – afferma il capo dell’Unhcr, Filippo Grandi.
Due bambini e una donna sono stati ritrovati cadavere tra le macerie a Rubizhne, nella regione di Lugansk, dopo i bombardamenti. Lo riporta l’agenzia Ukrinform citando l’esercito ucraino. Del bilancio potrebbero far parte anche le 7 vittime e i cinque feriti del colpo di mortaio che ha colpito il villaggio di Makariv, nella regione di Kiev. «Gli occupanti hanno sparato con artiglieria pesante contro insediamenti nella regione di Bucha» – si legge nella nota stampa della polizia.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/EPA/EVGENIA NOVOZHENINA
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