L’analisi di Wine Monitor-Nomisma: l’Italia è il primo fornitore di Russia e Ucraina
A causa della guerra che si sta combattendo in Ucraina da più di 20 giorni, il settore vinicolo del Made in Italy rischia un danno da 400 milioni di euro. Il Belpaese infatti è il primo fornitore tanto della Russia quanto dell’Ucraina.
Secondo l’Osservatorio Nomisma, nel 2021 la Russia ha importato 345 milioni di euro di vino italiano (+18% sul 2020) mentre in Ucraina i numeri sono inferiori ma in crescita (+200% in 5 anni) a 56 milioni di euro, per un aggregato di circa 400 milioni di euro.
A livello di tipologia di vino, la sofferenza maggiore riguarda l’Asti Spumante, con una perdita potenziale del proprio export di un quarto del proprio valore.
A questo si aggiunge il fatto che nel nuovo pacchetto di sanzioni comminato alla Russia, è sancito uno stop alle spedizioni verso Mosca di bottiglie sopra i 300 euro, perchè si cerca di colpire le forniture di beni di lusso per gli oligarchi. Con la repentina, progressiva e consistente svalutazione del rublo, che ha già perso oltre il 50% del suo valore, inoltre, le aziende devono revisionare le modalità contrattuali per operare sul mercato russo; a ciò si aggiunge che il Cremlino ha fatto sapere di voler rendere nota al più presto una “lista nera” di prodotti che non verranno più importati dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti. E, tra questi, ci potrebbe essere il vino.
di: Micaela FERRARO
FOTO: PIXABAY
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