
Ciascun borgo riceverà 20 milioni di euro per implementare la promozione artistica, culturale e abitativa dei piccoli centri
Tra i tanti obiettivi perseguiti dal Pnrr c’è anche la valorizzazione delle bellezze storiche e dei borghi italiani. Il Bando Borghi è articolato in due linee di progetti, il primo dei quali sta per partire. I 21 borghi selezionati riceveranno dunque 20 milioni di euro a testa.
Ciascuna Regione ha scelto un borgo destinatario dei fondi per il recupero, con “l’individuazione di una vocazione specifica” per “far tornare lavoro e persone“. Vediamo quali sono i piccoli centri storici che troveranno nuova linfa nel Pnrr, da nord a sud.
In Friuli Venezia Giulia Borgo Castello (Gorizia) punterà sulla rigenerazione culturale, sociale ed economica. In Valle d’Aosta si attuerà un progetto di coordinazione fra professionisti a Fontainemore, creando un polo per la promozione della filiera agroalimentare.
Nella provincia autonoma di Bolzano il borgo di Stelvio sarà oggetto di una ristrutturazione ecologica, con la costruzione di spazi di coworking e la promozione di coltivazioni a km zero. Nella provincia autonoma di Trento c’è invece Palù del Fersina dove sarà valorizzata la matrice identitaria Mochena creando anche percorsi di sviluppo economico.
In Veneto si costruiranno spazi di coworking anche a Recoaro Terme (Vicenza), dotato di strumenti digitali e di una piattaforma integrata a sostegno di programmi di formazione.
A Elva (Cuneo) in Piemonte saranno rinnovati gli spazi, creato un Centro Studi di Apicoltura, di una scuola di pastorizia e un osservatorio astronomico. In Lombardia a Livemmo si promuoverà l’arte, con la creazione di nuove residenze d’artista e un festival internazionale.
In Liguria sarà recuperato il patrimonio storico e rurale di Borgo Castello (Savona) sperimentando una nuova versione di turismo culturale e sostenibile. In Emilia Romagna i fondi del Pnrr arriveranno a Campolo (Bologna), dove verrà implementato un sistema territoriale di startup.
In Toscana nel Borgo di Castelnuovo in Avane (Arezzo) saranno individuate nuove destinazioni d’uso ricreando il modello di albergo diffuso. Nelle Marche a Montalto (Ascoli Piceno) si apriranno 9 cantieri per il recupero di edifici storici e culturali.
A Cesi (Terni) in Umbria si lavorerà sul concetto di borgo-territorio, rirpendendo la tradizione delle antiche città umbre della protostoria, favorendo attività di comunità, artigianato, sport e convivialità. Nel Lazio a Trevinano (Viterbo) si svilupperà un modello economico sulla base della microeconomia del piccolo borgo.
Un altro albergo diffuso sarà promosso anche a Rocca Calascio (Aquila) in Abruzzo dove sarà costruita anche un’area per il campeggio e per la sosta dei cavalli. A Pietrabbondante (Isernia) in Molise, seguirà una serie di interventi mirati per la valorizzazione del patrimonio archeologico.
In Basilicata c’è Monticchio Bagni, frazione di Rionero in Vulture in provincia di Potenza, che punterà sull’attrazione di residenzialità a medio termine attraverso scambi internazionali, spazi di co-working e incubatori di start up.
In Campania a Sanza in provincia di Salerno si punterà su un albergo diffuso basato sull’economia green e circolare, con spazi per la terza età e progetti di co-working. In Sardegna Ulassai in provincia di Nuoro si trasformerà in una smart community con vari interventi dedicati anche a giovani e famiglie.
In Calabria a Gerace (Reggio Calabria) è in atto un progetto di recupero del patrimonio culturale e miglioramento di fruizione con interventi digitali e di ricchezza condivisa. In Puglia ad Accadia (Foggia) si punterà sugli investimenti nel patrimonio culturale, naturalistico e abitativo.
Infine la Sicilia ha scelto Borgo A Cunziria, frazione di Vizzini in provincia di Catania, dove si guarderà alla riqualificazione fisica e funzionale degli spazi con la creazione di un hub di ricerca sulla produzione della concia.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI
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