Il premier: “Putin non mostra interesse a una tregua per permettere negoziati”
Il premier Mario Draghi ha riferito questa mattina in Aula alla Camera in vista del Consiglio europeo del 24 e 25 marzo. Al termine dell’intervento di Draghi si è tenuto il dibattito e in seguito il voto sulle risoluzioni.
Draghi ha spiegato che all’ordine del giorno del Consiglio c’è la guerra in Ucraina con tutte le sue conseguenze, dalla geopolitica internazionale all’aumento delle materie prime. «Il prossimo consiglio europeo si aprirà con l’incontro con il presidente Usa Biden – ha iniziato Draghi. – Anche nelle sedi dei vertici Nato e G7 la comunità euroatlantica intende ribadire unità e determinazione nel sostegno all’Ucraina e in un impegno comune per la pace, la sicurezza e la democrazia. Davanti agli orrori della guerra L’Italia lavora con determinazione per la cessazione delle ostilità. La nostra volontà di pace si scontra con il presidente russo Putin. Lo sforzo diplomatico dipende dalla volontà di Mosca e Putin non mostra interessa a una tregua per permettere negoziati di successo. Il suo disegno sembra guadagnare terreno in Europa».
Il premier ha spiegato che il consiglio europeo si confronterà anche sull’aumento dei prezzi per l’energia. «Dopo i picchi di due settimane fa i prezzi sono scesi nuovamente ma sono ancora molto alti rispetto ai livelli storici, più di cinque volte quelli di un anno fa. La volatilità dei mercati energetici ha agito sui prezzi distributori che all’inizio del mese hanno superato i due euro a litro. L’andamento dei prezzi in Italia è in linea con quelli nel resto d’Europa. Lunedì 14 marzo il Diesel costava 2,31 euro in Germania, 2,14 in Francia, 2,15 in Italia. Il Governo è intervenuto per difendere il potere d’acquisto delle famiglie e aiutare le imprese a sostenere i costi di produzione con un pacchetto da quattro miliardi (leggi qui). In questa crisi ognuno deve fare la sua parte. il Governo è consapevole della necessità di ulteriori interventi ma la risposta a difesa di consumatori e imprese deve essere anche europea».
Il premier durante la replica ha spiegato che si affievoliscono le speranze di una forte ripresa ma che non c’è alcun ripensamento sul Pnrr. Ha sottolineato che ci sarà un maggiore e rapido investimento sulle rinnovabili e che, visto che paura e incertezza influenzano i mercati e gli investimenti, serve una risposta congiunta della politica. «Occorre essere pragmatici e cercare soluzioni – ha detto Draghi – le risorse si troveranno, non ho dubbi. Sull’energia serve un ripensamento a livello Ue».
Draghi ha ribadito la necessità di arrivare a una gestione comune del mercato dell’energia, a un approccio condiviso su acquisti e stoccaggio per rafforzare il potere contrattuale e alla creazione di un tetto europeo a prezzi gas. «Vogliamo spezzare il legame tra gas ed elettricità in parte prodotta da fonti rinnovabili. È essenziale puntare in modo deciso sull’energia rinnovabile e dare un ruolo centrale alla sponda sud del Mediterraneo. Su tutti questi fronti auspico che il Consiglio europeo prenda decisioni ambiziose che possano essere rapidamente operative. Come concordato a Consiglio europeo informale scorsa settimana le ricadute economiche del conflitto ucraina vanno oltre i rincari energetici. A livello globale sono cresciuti da metà 2020 e sono attualmente ai massimi storici. questo ha conseguenze tangibili per prezzi nei supermercati».
Per quanto riguarda il fronte, Draghi ha chiarito la necessità di ribadire l’aspettativa che Pechino si astenga da azioni di supporto a Mosca e che partecipi allo sforzo di pace con autorevolezza. «Questo messaggio è emerso anche durante il lungo contatto telefonico tra il presidente Biden e il suo omologo cinese Xi Jinping e durante gli sforzi diplomatici che l’hanno preceduto». Draghi ha sottolineato che è necessario seguire con attenzione quanto accade nei Balcani occidentali per prevenire azioni destabilizzatrici di Mosca. «Discuteremo della crisi politica in Bosnia. È fondamentale che la Bosnia Erzegovina riprenda strada riforme per riavvicinarsi a Ue. Il nostro obiettivo è lavorare sulle elezioni politiche in autunno per evitare incertezza nel Paese».
Il premier ha aggiunto che l’ingresso di Kiev nell’Unione Europea avrà tempi lunghi e nel frattempo è necessario gestire la crisi umanitaria: «la guerra ha generato un massiccio afflusso di profughi, oltre tre milioni. Di fronte all’aumento quotidiano del numero di rifugiati sono essenziali coordinamento europeo e impegno finanziario adeguato. La presidente della commissione Von der Leyen ha proposto di utilizzare fondi europei con massima flessibilità a sostegno di chi scappa dalla guerra. L’Italia appoggia con convinzione la posizione della Commissione e continua a fare la sua parte con determinazione, altruismo e solidarietà». Relativamente a questo, Draghi ha dichiarato che nel Consiglio dei ministri di settimana scorsa il Governo ha approvato nuovi fondi accoglienza per un totale di 428 milioni di euro.
IN AGGIORNAMENTO
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA
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