Le Borse europee frenano
Wall Street apre in calo. Il Dow Jones perde l’1,34% a 27.213,23 punti, il Nasdaq cede lo 0,61% a 9,866,43 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l’1,05% a 3.198,35 punti.
I listini del Vecchio Continente, dopo la recente corsa, viaggiano in netto calo. Al momento tutti, compresa Piazza Affari, arretrano di circa due punti.
Gli investitori cercano, senza trovarli, spunti per conservare l’ottimismo dei giorni scorsi, quando gli indici mondiali si sono portati ai massimi da febbraio, ma per il momento prevalgono i dubbi sulla sostenibilità del rally, che non sembra trovare ancora sostanza nei fondamentali economici, con l’ampiezza della recessione provocata dall’epidemia di Covid-19 e dalle conseguenze del lockdown che preoccupa. In questo contesto, tornano gli acquisti sugli asset difensivi, come oro (+0,9% a 1708 dollari l’oncia) e yen, vendite sul petrolio.
Sull’azionario milanese si è spenta la fiammata iniziale di Cnh Industrial, che nelle prime battute era arrivata a guadagnare più del 9%, Deboli anche le banche. Giù del 4,9% Mediolanum, -4,25% Azimut, -4,2% Unicredit che era arrivata anche a -6%, cali del 4% circa per Ubi Banca e Mediobanca.
Male Fca in coda al listino con un -4,26% con tutto il comparto in Europa, con Peugeot che a Parigi perde il 5% con i dubbi dell’Ue sulla fusione nel segmento dei veicoli commerciali leggeri, che potrebbe portare a un ritardo fino a quattro mesi nella fusione. Tra i pochi titoli in rialzo, Amplifon sale dell’1% e Nexi dello 0,8%, mentre Diasorin (+0,6%) sale con gli analisti che ridimensionano l’effetto della bocciatura del Tar all’accordo sui test sierologici con il San Matteo di Pavia.
Il greggio torna a calare, dopo l’avvio positivo. Restano infatti i timori su un eccesso di offerta a livello globale. Già ieri il barile aveva interrotto una serie positiva che durava da 7 sedute, dopo che l’Arabia Saudita ha deciso di non estendere oltre la fine di giugno i tagli addizionali della produzione, che finora si sono andati ad aggiungere a quelli decisi dall’Opec+. Al momento i future del Wti con scadenza luglio e quelli del Brent agosto arretrano di quasi due punti. Da segnalare che Goldman Sachs ha alzato le stime sui prezzi del Wti a 36 dollari al barile nel 2020 e del Brent a 40,40 dollari.
di: Maria Lucia PANUCCI
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