Dagli sponsor ai diritti della Rai, dal merchandising ai premi della Fifa: ecco quanti milioni andranno persi
La mancata qualificazione della nazionale italiana ai Mondiali del Qatar 2022 non ha avuto ripercussioni solo sul morale dei tifosi e della squadra. Con la sconfitta per 0-1 contro la Macedonia del Nord, l’Italia è andata incontro anche a un danno economico non da poco.
Quantificare la mancata partecipazione alla competizione mondiale è difficile, quello che è certo è che le cifre si aggirano sui milioni di euro, con un impatto diretto anche sul Pil nazionale.
Innanzitutto bisogna considerare la mancata riscossione dei premi per la partecipazione; il pensiero va poi agli sponsor che si sono visti sfumare l’occasione di “battere cassa” e che quindi anche in futuro contratteranno al ribasso i nuovi accordi. Subirà un danno economico anche la Rai, che ha acquisito i diritti del Mondiale in Qatar.
Partiamo dai compensi Fifa, garantiti a tutte le squadre anche solo per la partecipazione e proporzionali al turno raggiunto; il Mondiale in Qatar oltretutto garantisce un montepremi totale di un miliardo, il 30% in più rispetto alla Russia 2018.
Chi si ferma nella prima fase a gironi riceve un premio di 2,5 milioni, cifra che cresce gradualmente fino ad arrivare al compenso per la squadra vincitrice: 45 milioni.
Per quanto riguarda gli sponsor, i contratti prevedono una penale nel caso in cui la squadra non si qualifichi pari a cinque milioni di euro: la cifra sarà quindi decurtata dal monte totale di ricavi commerciali della Figc, pari a 60 milioni di euro.
Se in questa prima fase la perdita non appare così consistente, bisogna però tenere conto anche la rinegoziazione dei contratti con gli sponsor che si terrà a scadenza degli attuali accordi nel 2023. L’attuale sponsor Adidas partirà quindi da una posizione contrattuale favorita vista la mancata partecipazione al Mondiale e con ogni probabilità potrebbe chiedere un rinnovo al ribasso.
C’è poi la questione della Rai che aveva acquistato i diritti per il Mondiale in vista di un ritorno in termini pubblicitari. La cifra che sarebbe dovuta nelle casse di viale Mazzini si aggirava sui 150 milioni di euro (quindi comunque meno rispetto ai 180 milioni del 2014) ma al momento è facile che gli sponsor giochino al ribasso.
Infine, la perdita complessiva include anche le mancate vendite del merchandising di maglie e cimeli della nazionale, ma anche tutto l’indotto sulla ristorazione e sulle consumazioni in pub, ristoranti e bar in occasione delle partite, senza contare il mondo delle scommesse.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/CARMELO IMBESI
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