
Il dato relativo alle imprese è “più contenuto, ma non meno preoccupante” poiché su di esso pesa in modo diretto anche “l’evoluzione del quadro internazionale”
Come abbiamo visto qui, dall’Istat arrivano segnali negativi per l’economia italiana e in particolare nel mese di marzo la fiducia dei consumatori è scesa al valore più basso da gennaio 2021. Il dato macroeconomico è leggermente meno drastico per le imprese ma la fotografia del contesto è comunque preoccupante.
Lo conferma Confcommercio secondo cui «il deterioramento del clima di fiducia delle famiglie e delle imprese nel mese di marzo era prevedibile, ma non con l’intensità con cui si è manifestato. Per i consumatori, si tratta di un’erosione totale del miglioramento del sentiment faticosamente conquistato dopo la fase peggiore della pandemia».
Questa flessione della fiducia non può che tradursi in una tendenza negativa che “potrebbe coinvolgere in misura più significativa i beni durevoli e più in generale gli acquisti di beni e servizi considerati meno necessari, in perfetta coerenza con i riflessi della crescita dei costi delle spese obbligate“.
Il dato relativo alle imprese è “più contenuto, ma non meno preoccupante” poiché su di esso pesa in modo diretto anche “l’evoluzione del quadro internazionale“.
Volendo evidenziare dei segnali positivi, ci sono quelli legati al venir meno delle restrizioni che spingono la ripresa della fiducia degli operatori turistici; «anche in questo caso – prosegue Confcommercio – i prossimi mesi rappresentano un test per verificare se l’inversione di tendenza ha basi solide o si esaurirà rapidamente».
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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