
Gruppo imprenditoriale Cellino: “i mercati sono schizzati. C’è una speculazione ingiustificabile”
«È un disastro: due navi da 8mila tonnellate di grano tenero attese per marzo e aprile sono state stornate. Una nave da 6mila tonnellate di orzo lo stesso. Due navi da 15mila tonnellate col mais sono in forse». È questo il grido d’allarme di Alberto Cellino, imprenditore a capo dell’omonimo gruppo familiare sardo che ad oggi dà lavoro a 700 persone nel comparto agroalimentare.
Il settore è messo a dura prova dal blocco delle importazioni di granaglie che dall’inizio dell’invasione russa ha rallentato drasticamente l’approvvigionamento delle materie prime. In particolare, Simec e Pastificio Cellino operano nella mangimistica e nella produzione e commercializzazione di farine, pasta e fette biscottate.
«Nell’immediato stiamo cercando di fare fronte all’emergenza, attingendo dal mercato francese, da quello rumeno. Siamo riusciti a far caricare mercoledì scorso una nave di mais a Houston: sarà qui per Pasqua. Ma i mercati sono schizzati, c’è una speculazione ingiustificabile» spiega l’imprenditore che nel frattempo rilancia: «sono pronto a firmare contratti di coltivazione per una superficie di 30mila ettari, pari al 40-45% del mio fabbisogno».
A proposito di speculazione, Cellino ricorda come “una tonnellata di grano al porto di Oristano ci costava 320 euro, oggi ci costa 470 euro. Col mais per uso zootecnico è anche peggio: dai 280 euro a tonnellata franco porto di Oristano, siamo passati a 430 euro attuali. In questo momento c’è chi deve fare i salti mortali e chi, come francesi e americani, se la godono“.
A rendere ancora più complessa la situazione anche l’aumento dei costi di assicurazione, che spingeranno le flotte a rivolgersi “in altre parti del mondo” e i recenti scioperi dei trasporti. Il blocco degli autotrasportatori della scorsa settimana, per esempio, ha provocato un danno stimato di almeno cinque milioni di euro: «gli scaffali di molti supermercati sono rimasti vuoti per giorni» spiega, ribadendo però di aver pienamente appoggiato la protesta per il caro-carburante.
«Ritengo che questa vicenda ci debba insegnare come sia necessario instaurare un rapporto basato sul dialogo preventivo – prosegue Cellino – il mondo della politica deve conoscere bene i problemi dei lavoratori. E dall’altra parte è necessario smettere un atteggiamento di lamentazione all’infinito. Ci si deve confrontare di più sui problemi, prima che le situazioni possano trascendere».
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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