
Il 30% si trova in rosso. Si rischia di aumentare la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti
Più di una azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività e ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi. A lanciare l’allarme è la Coldiretti che ha commentato i prezzi alla produzione diffusi oggi dall’Istat (guarda qui). «Uno tsunami che si è abbattuto a valanga sulle aziende agricole con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che stanno mettendo in crisi i bilanci delle aziende agricole. Nelle campagne – continua la Coldiretti – si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio con incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro in media ma con punte di oltre 47 mila euro per le stalle da latte e picchi fino a 99 mila euro per gli allevamenti di polli»
L’incremento dei costi rischia di aumentare la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari con l’Italia che è già obbligata ad importare il 64% del grano per il pane, il 44% di quello necessario per la pasta, ma anche il 16% del latte consumato, il 49% della carne bovina e il 38% di quella di maiale, senza dimenticare che con i raccolti nazionali di mais e soia, fondamentali per l’alimentazione degli animali, si copre rispettivamente appena il 53% e il 27% del fabbisogno italiano secondo l’analisi del Centro Studi Divulga. «L’Italia è costretta ad importare materie prime agricole – continua Coldiretti – a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che sono stati costretti a ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati perché molte industrie per miopia hanno preferito continuare ad acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale, approfittando dei bassi prezzi degli ultimi decenni».
Secondo Coldiretti bisogna intervenire velocemente per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare le aziende.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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