Più povere il 28,8% delle famiglie italiane. Oltre 1,3 milioni di minori vivono in povertà assoluta. Nel 2020 Italia primo Paese Ue per Neet
La pandemia ha causato un brusco freno all’economia italiana. E a testimoniarlo è questa volta il Rapporto povertà 2021 della Caritas che sottolinea come l’effetto del Covid sul trend degli indicatori di sviluppo integrale “appare in modo ancora più chiaro se si tiene conto del fatto che negli ultimi 10 anni si era registrato un miglioramento complessivo degli indici pari al 60,5% contro il 20,5% di quelli in peggioramento”.
Ebbene, nel corso del 2020 in Italia si sono raggiunti i livelli di povertà assoluta più elevati degli ultimi 15 anni: il 9,4% dell’intera popolazione, pari a cinque milioni e 600 mila, vive in povertà assoluta con un incremento di circa due punti percentuali rispetto al 2019 (che segnava il 7,7% sul totale).
Sempre nel 2020 il 28,8% delle famiglie italiane ha dichiarato di avere subito un peggioramento della propria condizione economica rispetto all’anno precedente (nel 2019 la percentuale era del 25,8%).
I minori in povertà assoluta in Italia sono un milione 337 mila, dato che significa che al 13,5% del totale dei minori in Italia non viene assicurato il soddisfacimento dei bisogni essenziali di sopravvivenza. Si tratta di un dato molto grave visto che nel 2005 la quota di minori in povertà assoluta arrivava al 3,9%.
Non solo: secondo i dati Eurostat l’Italia nel 2020 era il primo Paese europeo per numero di Neet, cioè i giovani che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi di formazione.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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