Zelensky avverte che il popolo ucraino accetterà solo la vittoria come risultato. Il Papa invoca “una misura umana”. Forze russe distruggono le piste d’atterraggio a Poltava e Dnipro
Il dialogo tra Russia e Occidente potrà tornare attivo “quando gli europei si riprenderanno dalla sbornia da bourbon americano, e quando realizzeranno finalmente che dovranno prendersi cura del futuro del nostro continente, Europa o anche Eurasia“. Ad affermarlo è il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un’intervista citata da Interfax. Peskov avverte: «ciò non accadrà in una prospettiva di breve periodo».
«Una vittoria della verità significa una vittoria per l’Ucraina e gli ucraini – ha affermato, invece, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. – La domanda è quando finirà. Questa è una domanda profonda. É una domanda dolorosa. Oltre alla vittoria, il popolo ucraino non accetterà alcun risultato. Non scambiamo il nostro territorio. La questione dell’integrità territoriale e della sovranità è fuori discussione».
Papa Francesco, durante il volo verso Malta per il suo 36esimo viaggio apostolico, ha detto che un viaggi a Kiev “è sul tavolo“. Sulla guerra, il Pontefice ha invocato “una misura umana davanti all’aggressività infantile e distruttiva che ci minaccia, di fronte al rischio di una guerra fredda allargata che può soffocare la vita di interi popoli e generazioni“. «L’infantilismo dell’umanità non è sparito ma riemerge prepotentemente nelle seduzioni dell’autocrazia, dei nuovi imperialismi, nell’aggressività diffusa» – ha aggiunto, citando Giorgio La Pira.
Dagli Stati Uniti, intanto, il Pentagono fornirà al Paese in guerra fino a 300 milioni di dollari in più in aiuti militari. «Gli Stati Uniti – ha dichiarato John Kirby, portavoce del Dipartimento della Difesa degli Usa – hanno ora impegnato più di 2,3 miliardi di dollari in assistenza militare all’Ucraina da quando l’amministrazione Biden è entrata in carica, inclusi più di 1,6 miliardi di dollari in assistenza militare dall’invasione non provocati e premeditata da parte della Russia».
Il Viminale rende noto che fino a ora sono giunte in Italia 80.622 persone in fuga dall’Ucraina, di cui 41.614 donne, 8.111 uomini e 30.897 minori.
«Di fronte alla crisi ucraina abbiamo un duplice dovere: quello di lavorare per la pace e quello di fare la nostra parte con l’Alleanza Atlantica, con l’Occidente, con l’Europa, per porre fine a un’aggressione militare inaccettabile» – sono le parole di Silvio Berlusconi, leader azzurro, in occasione del Congresso costituente di Verde è Popolare di Gianfranco Rotondi.
Dal fronte, nel frattempo, il consigliere del presidente ucraino, Mykhaylo PodolyakLe, annuncia che le forze russe si stanno “ritirando rapidamente” dalle aree attorno a Kiev e alla città di Chernihiv, nel nord dell’Ucraina. «Con la rapida ritirata dei russi da Kiev e dalla regione di Chernihiv, è assolutamente chiaro che la Russia sta dando la priorità a una tattica diversa: ripiegare verso est e sud, mantenere il controllo di vasti territori occupati ed entrarvi in maniera potente» – ha scritto su Telegram.
Un secondo consigliere presidenziale, Oleksiy Arestovych, tuttavia avverte: «non dobbiamo farci illusioni». Secondo Arestovych, infatti, al di là della riconquista di oltre 30 città e Paesi della regione di Kiev, restano da combattere “pesanti battaglie per il sud, per Mariupol, per l’est dell’Ucraina“.
L’agenzia nucleare statale ucraina Energoatom riferisce di una sparatoria da parte dei russi contro una manifestazione pacifica di protesta a Enerhodar, città meridionale. Il bilancio sarebbe di almeno quattro feriti.
Lo Stato maggiore ucraino, citato da Ukrainska Pravda, afferma che “è stato intensificato il lavoro per mobilitare unità di truppe russe con sede nel territorio della regione transnistriana della Repubblica di Moldova al fine di condurre provocazioni e svolgere azioni dimostrative al confine con l’Ucraina“.
Ukrainska Pravda intanto riporta il nuovo bilancio delle perdite russe: 17.800 militari uccisi, a cui si aggiungono circa 1.000 prigionieri, 143 aerei, 134 elicotteri e 631 carri armati distrutti. La stessa fonte, inoltre, riporta il ritrovamento del cadavere del fotoreporter ucraino Maxim Levin, scomparso dal 13 marzo scorso dalla prima linea vicino a Kiev, nel distretto di Vyshhorod dove stava riprendendo i combattimenti.
Oggi sono stati aperti 7 nuovi corridoi umanitari per l’evacuazione dei civili. Ad annunciarlo, citata dal Guardian, è la vice primo ministro Iryna Vereshchuk. Tra questi c’è anche un corridoio per Mariupol. «La nostra squadra è in movimento questa mattina da Zaporizhzhia a Mariupol. Non sono in grado di dare ulteriori informazioni in questa fase» – ha riferito un portavoce della Croce Rossa Internazionale, citato dalla Bbc.
Il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa di Stato turca Anadolu, ha offerto il contributo del Paese all’evacuazione dei civili. «Possiamo fornire un supporto navale per l’evacuazione di civili e cittadini feriti sia turchi sia di altri Paesi a Mariupol dal mare» – avrebbe dichiarato.
Nuovi attacchi sull’Ucraina: la scorsa notte, intorno alle 3.40 ora locale (le 2.40 in Italia), le sirene antiaeree hanno ripreso a suonare nella capitale Kiev e importanti città come Odessa, Leopoli, Dnipropetrosk, ma anche a Kharkiv, Sumy, Rivne, Ternopil, Zhytomyr, Mykolaiv, Cherkasy, Ivano-Frankivsk, Zaporizhia, Chernivtsi, Volyn e Vinnytsia.
Il sindaco di Poltava e l’amministrazione statale regionale del Lugansk riferiscono di nuovi bombardamenti sulle regioni. A Poltava, secondo Alexander Mamay, sarebbero state colpite infrastrutture e zone residenziali, mentre nel Lugansk i bombardamenti hanno interessato cinque edifici di Lysychansk e due a Toshkivka.
Sempre a Poltava e Dnipro, inoltre, le forze russe avrebbero distrutto le piste d’atterraggio. Lo rende noto il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, citato dalla Tass: «le piste d’atterraggio militari a Poltava e Dnepr sono state disattivate da attacchi missilistici di alta precisione aria-terra».
L’Ukraine crisis media center fa sapere su Twitter che “corpi di civili torturati sono stati trovati a Trostyanets, nella regione di Sumy, nel nord ovest dell’Ucraina“.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, fa il bilancio dell’assedio alla città di Mariupol. Citando le autorità locali, in un video-messaggio afferma che almeno 5.000 persone sarebbero state uccise e che “più di 3.700 persone sono state salvate dall’assedio“. Circa 170 mila persone sarebbero ancora intrappolate senza cibo, acqua e elettricità. I civili evacuati con un convoglio di 42 bus, scortato dalla Croce Rossa, si trovano nella città di Zaporizhzhia.
Ancora, Zelensky ha aggiunto: «le forze russe si stanno ammassando nel Donbass, verso Kharkiv, e si stanno preparando per attacchi ancora più potenti. Ora i russi si stanno ritirando dal nord dell’Ucraina in un modo lento ma evidente. Chiunque torni in questa zona deve stare molto attento. È ancora impossibile tornare alla vita normale, bisogna aspettare che la nostra terra venga bonificata e finché si sarà certi che non ci saranno nuovi bombardamenti».
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/ALEXANDER ZEMLIANICHENKO
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