Spesi 15,5 mld in aiuti da inizio anno. Domani incontro Governo-sindacati. Landini: “valuteremo le scelte, non staremo zitti e fermi”. Al via l’esame al Senato il 20 aprile
La crescita del Pil nel 2022 è prevista al ribasso al 3,1%, dal 4,7% indicato in autunno nella Nadef. E’ quanto si legge nella bozza del Def che sarà oggi pomeriggio sul tavolo del Consiglio dei ministri. Una stima che risulta superiore a quelle meno ottimistiche di Confindustria (+1,9%) e Prometeia (+2,2%). Per il prossimo anno invece la stima è di +2,4% rispetto al +2,8% indicato in precedenza.
Il Governo mantiene invece fermo il rapporto deficit/Pil al 5,6% per poi scendere al 3,9% nel 2023.
In base agli ultimi dati disponibili, sebbene si stimi un rimbalzo della produzione industriale in febbraio, i modelli di nowcasting indicano che all’incremento congiunturale dello 0,6% registrato nel quarto trimestre del 2021 sia seguita una contrazione del PIL dello 0,5% nel primo trimestre di quest’anno, attribuibile principalmente a una contrazione del valore aggiunto dell’industria. Per il secondo trimestre si prevede una moderata ripresa della crescita trimestrale del PIL, trainata principalmente dai servizi.
«La guerra in Ucraina pesa sulla crescita e rende estremamente incerti gli scenari per i prossimi mesi». Lo ha detto il ministro dell’Economia Daniele Franco prendendo la parola nella riunione della cabina di regia in corso a palazzo Chigi. Franco ha assicurato un nuovo intervento in arrivo a sostegno dell’economia, utilizzando le risorse ricavate dal minor deficit. Intanto però è emerso che il Governo ha speso dall’inizio dell’anno 15,5 miliardi in tre decreti per sostenere l’economia, di cui 10,8 miliardi per calmierare bollette e carburanti e gli altri 4,5 per aiuti ai comuni e per gestire l’emergenza profughi.
La discussione del Documento di economia e finanza 2022 nell’Aula del Senato avrà luogo mercoledì 20 aprile dalle 14. La seduta non avrà orario di chiusura. È quanto deciso dalla Conferenza dei capigruppo di palazzo Madama.
Intanto i sindacati sono sul piede di guerra. Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un incontro al Governo a metà marzo ma la convocazione è arrivata per domani. «Trovo non sia simpaticissimo che avvenga dopo che Governo e forze di maggioranza hanno già deciso sul Def. Vedremo e verificheremo cosa hanno deciso rispetto agli impegni presi – ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, nel corso di una conferenza stampa. – Non rinunciamo alle nostre richieste naturalmente valuteremo come muoverci, non staremo zitti e fermi sulle questioni da affrontare. C’è troppa precarietà, c’è bisogno di stabilizzare l’occupazione. C’è bisogno di una politica energetica e industriale, di tutela dei redditi di chi è più in difficoltà. Questo andremo a dire domani al Governo».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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