Si tratta di un miglioramento rispetto al primo mese dell’anno quando comunque il traffico aereo aveva registrato un’accelerazione dell’83,1% rispetto a gennaio 2021. Guardando i dati del 2019 il traffico è invece diminuito del 45,5%
Il trasporto aereo recupera e prova a lasciarsi alle spalle la pandemia. Secondo i dati forniti dall’International Air Transport Association il comparto ha registrato un forte rimbalzo nel febbraio 2022 rispetto a gennaio, poiché gli impatti legati alla variante Omicron sono stati più moderati al di fuori di quanto avvenuto in Asia. E la guerra in Ucraina, iniziata il 24 febbraio, non ha avuto, sembrerebbe, un impatto importante sui livelli di traffico.
E così a febbraio i viaggi aerei sono aumentati del 115,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si tratta di un balzo in avanti rispetto al primo mese dell’anno quando comunque il traffico aereo aveva registrato un’accelerazione dell’83,1% rispetto a gennaio 2021. Ma guardando i dati del 2019 il traffico è ancora in calo del 45,5%.
Entrando nel dettaglio i vettori europei hanno visto il traffico a febbraio aumentare del 380,6% rispetto allo stesso mese del 2021. Le compagnie aeree dell’Asia-Pacifico invece hanno registrato un incremento del 144,4% e i vettori nordamericani del 236,7%.
«Mentre la tanto attesa ripresa del trasporto aereo accelera, è importante che i nostri fornitori di infrastrutture siano preparati a gestire un enorme aumento del numero di passeggeri nei prossimi mesi. Stiamo già assistendo a segnalazioni di code inaccettabilmente lunghe in alcuni aeroporti a causa del crescente numero di viaggiatori. E questo ancora prima dell’ondata di viaggi che si verificherà per le vacanze di Pasqua in molti mercati la prossima settimana – ha affermato Willie Walsh, direttore generale dell’associazione. – La stagione dei viaggi estivi del Nord sarà fondamentale per i posti di lavoro lungo tutta la catena del valore dei viaggi e del turismo. Ora è il momento di prepararsi. I governi possono essere d’aiuto assicurandosi che le posizioni di frontiera siano dotate di personale adeguato e che i controlli di sicurezza in background per il nuovo personale siano gestiti nel modo più efficiente possibile».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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