Zelensky definisce “efficaci ma non abbastanza” le nuove sanzioni contro la Russia. Kuleba chiede che l’Occidente dia “armi, armi, armi”
Domani, venerdì 8 aprile, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen incontrerà il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lo fa sapere l’addetto stampa di quest’ultimo, Sergei Nikiforov, che aveva già confermato la visita di von der Leyen e Joseph Borrell a Kiev.
Si tiene oggi e domani, invece, a Bruxelles, il Consiglio atlantico della Nato. Il numero dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, ha ribadito il sostegno al “diritto all’autodifesa”.
Intanto è arrivato il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, che oggi parteciperà alle Ministeriali Nato e Esteri G7 e proseguirà gli incontri bilaterali.
In attesa dell’inizio del Consiglio atlantico, oggi e domani, il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, dichiara: «ho tre richieste oggi per il Consiglio atlantico: armi, armi, armi. Nell’ultimo mese, nelle ultime settimane, l’esercito ucraino e l’intera nazione ucraina hanno dimostrato di saper combattere. Sappiamo come vincere, ma senza forniture sostenibili e sufficienti di tutte le armi richieste dall’Ucraina queste conquiste saranno accompagnate da enormi sacrifici».
«Noi moriamo, voi ci date armi e la guerra non si allarga. Chi dice vi do armi difensive ma non offensive – prosegue – è un ipocrita. La Germania è passata dal non fornire alcun tipo di equipaggiamento ai sistemi anti tank ma è chiaro che può fare di più: quello che mi preoccupa sono i processi decisionali a Berlino, loro hanno tempo e noi no». L’Ucraina, secondo Kuleba, ha bisogno di “aerei e missili” per difendere le coste, “veicoli blindati, sistemi per la contraerea pesante“.
Puntuale arriva la risposta del Cremlino, citato dalla Tass, che afferma che rifornire l’Ucraina di armi non contribuirà al successo dei colloqui tra Mosca e Kiev.
Il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, intanto ha convocato al Quai d’Orsay l’ambasciatore russo a Parigi, Aleksei Meshkov. Come spiega su Twitter, la convocazione arriva dopo che l’ambasciata della Federazione ha ironizzato sul massacro di Bucha, definendolo un “set cinematografico“.
L’Austria ha espulso quattro diplomatici russi. Lo rende noto la Tass. La decisione arriva dal ministero degli Esteri austriaco. Si tratterebbe di tre diplomatici dell’ambasciata a Vienna e di uno di stanza nel consolato a Salisburgo: i quattro avrebbero assunto un comportamento “incompatibile” con il loro status di diplomatici.
Per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky le nuove sanzioni varate contro la Russia non possono eguagliare le atrocità commesse dall’esercito a Bucha, a Mariupol e Kharkiv. Lo afferma nell’ultimo videomessaggio trasmesso al popolo: «il nuovo pacchetto di sanzioni decise dall’Occidente sembra efficace, ma non è abbastanza – dichiara, sottolineando la necessità di escludere le banche russe dal sistema bancario internazionale. – Continueremo ad insistere per un embargo sull’esportazione del petrolio russo». Aggiunge poi: «dobbiamo fare tutto il possibile per ripristinare il lavoro delle aziende locali, le attività commerciali e ristabilire le piccole e medie imprese sul nostro territorio là dove è sicuro e possibile lavorare».
Sul tema delle sanzioni si esprime anche il presidente polacco Andrzej Duda: «il dialogo con la Russia non ha senso. Bisogna presentare condizioni molto dure a Vladimir Putin e dirgli “se non soddisfi queste condizioni, non abbiamo nulla di cui parlare”».
In un’intervista alla Cnn ha aggiunto: «forniremo un sostegno decisivo all’Ucraina, aumenteremo il regime delle sanzioni, perché se si conduce un dialogo che non porta a nulla, è solo un gioco per guadagnare tempo da parte della Russia. Il regime delle sanzioni dovrebbe essere rafforzato. Non ho alcun dubbio su questo».
Secondo Duda, infine, Putin starebbe tentando di mettere in crisi i Paesi con i rifugiati ma la Polonia sarebbe fino a ora riuscita a gestire l’afflusso degli ucraini in fuga.
Da Mosca, infine, commentano la posizione dell’Italia sulle sanzioni e la definiscono “indecente“. «L’Italia in questo momento difficilissimo probabilmente ha dimenticato chi ha teso a suo tempo una mano. E ora l’Italia, con tutta la sua leadership, è in prima linea in un attacco al nostro Paese. Questa non è la posizione dei cittadini italiani che scrivono di vergognarsi di chi li governa, di non associarsi a questa posizione, di comprendere la genesi di questa crisi, ma la dirigenza italiana ha preso posizione. Questa è semplicemente una posizione indecente» – ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
Notizie di nuove atrocità giungono da Gostomel, alle porte di Kiev. I corpi di 11 civili sarebbero stati trovati in un garage, uccisi dai militari russi. A riferirlo è l’ex ministro dell’Interno, Arsen Avakov, su Telegram, citato da Ukrayinska Pravda. Nella città, occupata da 35 giorni, è stato indetto un coprifuoco di una settimana, a partire dalle 6 di questa mattina (ora locale) fino alle 6 del prossimo 14 aprile. Lo riferisce la parlamentare ucraina Lesia Vasylenko.
Sarebbero 320 i civili uccisi ritrovati nella città ucraina di Bucha fino a ora. A riferirlo è il sindaco, Anatoly Fedoruk, in un’intervista alla tv ucraina Dw. «Fino a ieri sera erano 320 i civili trovati uccisi. Gli specialisti stanno ora lavorando sui corpi: specialisti forensi, agenti delle forze dell’ordine, ma il numero di corpi scoperti cresce ogni giorno. Si trovano in tenute private, parchi, piazze, dove era possibile, quando non c’erano bombardamenti, seppellire i corpi. La gente cercava di seppellire i morti in modo che i cani non li portassero via. Quasi nel 90% dei casi sono ferite da proiettili, non schegge» – ha dichiarato.
Questa notte le forze russe si sarebbero accanite contro un ospedale di Severodonetsk e le case di Lysychansk, nella regione del Lugansk. Lo rende noto Serhiy Gaidai, capo dell’amministrazione statale regionale di Lugansk, come riporta Ukrayinska Pravda: «i russi sono indifferenti alla popolazione civile e sparano sulle case a Rubizhne e Severodonetsk, a Popasna e nella comunità montana. C’è molta distruzione, sia nel patrimonio immobiliare che nelle infrastrutture. Le squadre di soccorso stanno lavorando».
Nuovi bilanci delle vittime: a Mariupol, stando a quanto riferisce il sindaco, Vadym Boichenko, citato dal Guardian, sarebbero stati uccisi oltre 5.000 civili, di cui 210 bambini. Il primo cittadino, inoltre, avverte che a causa dei bombardamenti e dell’assedio almeno il 40% della città “non è più recuperabile” e chiede che vengano varate sanzioni ancora più dure.
La vice prima ministra Iryna Vereshchuk ha annunciato che Kiev vorrebbe aprire oggi 10 corridoi umanitari.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI
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