A marzo la produzione industriale segna -1,5%
I dati di Confidustria sono negativi, a marzo la produzione industriale italiana è scesa dell’1,5%, dopo il rimbalzo del +1,9% di febbraio.
Sono le conseguenze e gli effetti della guerra in Ucraina, secondo quando emerge dalla stima del Centro studi di Confindustria nell’indagine rapida nel primo trimestre dell’anno la diminuzione della produzione industriale sarà dal -2,9% rispetto al quarto trimestre del 2021 e “inciderà negativamente sulla dinamica del Pil“.
Sono diminuiti di 0,8% gli ordini in volume su febbraio (quando erano -0,1% su gennaio). La flessione era stata intensa a gennaio con il -3,4% e il parziale recupero di febbraio era dovuto prevalentemente a un effetto base di rimbalzo statistico.
Il conflitto in Ucraina ha accentuato l’incidenza dei fattori che già da fine febbraio ostacolavano l’attività economica e produttiva già prima della guerra. Ne è derivato un peggioramento congiunturale che trova conferma nel calo di fiducia delle imprese registrato a marzo, a 105,4 da 107,9 di febbraio, e nella flessione del PMI manifatturiero (a 55,8 da 58,3 del mese scorso).
A questo quadro già problematico si va ad aggiungere una diminuzione nei giudizi e nelle attese di produzione delle imprese manifatturiere, il cui valore non toccava livelli così bassi da giugno dello scorso anno. Nel primo trimestre del 2022, le aspettative sulle condizioni operative delle imprese rilevate dall’indagine di Banca d’Italia per il trimestre successivo sono marcatamente deteriorate, registrando un saldo tra giudizi positivi e negativi che dal 10% (quarto trimestre 2021) si è ridotto a -32,8%, con una quota del 47% di imprese che ritiene nulla la probabilità di miglioramento delle prospettive economiche nel 2° trimestre 2022.
Anche le condizioni per investire vedono un forte peggioramento nei giudizi (a -49,1% da +6,7% del quarto trimestre 2021).
Da un’indagine condotta presso le imprese associate a Confindustria viene evidenziato che 9 imprese su 10 nel campione giudicano come molto importanti, tra i principali ostacoli determinati dal conflitto, non solo gli aumenti del costo dell’energia, ma anche quelli delle altre materie prime, mentre le difficoltà di approvvigionamento riguardano quasi 8 imprese su 10.
A fronte di tali problemi, il 16,4% delle imprese rispondenti ha già ridotto sensibilmente la produzione. Il peggioramento dell’indice di incertezza della politica economica, che per l’Italia è salito a 139,1 a marzo da 119,7 di febbraio (+38,4% rispetto al quarto trimestre del 2021), accresce i rischi di un pesante impatto sul tessuto produttivo italiano e di un significativo indebolimento dell’economia nella prima metà del 2022.
di: Flavia DELL’ERTOLE
FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI
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