
Quest’anno il giorni di liberazione fiscale cadrà il 7 giugno, un giorno in anticipo rispetto al 2021
Il 2021 è stato l’annus horribilis della pressione fiscale in Italia, che ha toccato lo storico record del 43,5% del Pil. Per quest’anno la curva è invece destinata a scendere, anche se lievemente, passando al 43,1%. È su questi parametri che si calcola, come “puro esercizio teorico”, il cosiddetto giorno di liberazione fiscale che rappresenta il momento in cui i contribuenti smettono di lavorare per saldare gli obblighi fiscali dell’anno e cominciano a guadagnare per se stessi.
L’anno scorso questo giorno era caduto l’8 giugno mentre quest’anno, in virtù di una flessione della pressione, si celebrerà il tax freedom day il 7 giugno, un giorno prima. Si tratta non tanto di una ricorrenza concreta quanto più di un indicatore esplicito su quanto obblighi fiscali competano ai cittadini italiani, che saldano i propri debiti con il Fisco solo dopo 157 giorni lavorativi, inclusi i sabati e le domeniche.
Questa data è anche un indicatore utile per verificare l’andamento annuo della pressione fiscale. Ricostruendo la serie a partire dal 1995, secondo un’elaborazione dell’Ufficio studi della Cgia il tax freedom day più precoce si verificò nel 2005, con una pressione fiscale al 39% che ha consentito ai contribuenti di “liberarsi” dagli oneri il 23 maggio (dopo 142 giorni lavorativi).
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI
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