I giganti della tecnologia dovranno controllare i contenuti online, pene multe salatissime
L’Unione Europea ha approvato un atto legislativo importante, che stabilisce per la prima volta delle regole su come le aziende dovrebbero proteggere gli utenti che navigano su internet.
Ci sono volute quasi 16 ore di trattative, ma i legislatori di Bruxelles hanno approvato misure che obbligano le big della tecnologia a contrastare i contenuti illegali.
Il tutto è contenuto nel Digital Services Act (DSA), un passo importante per la regolamentazione di internet pensato dal vertice dell’antitrust europeo, Margrethe Vestager. Il DSA fa parte di una strategia più grande, aperta a inizio anno con l’atto legislativo del Digital Markets Act, improntato a contrastare il potere di mercato delle aziende della Silicon Valley. L’intenzione dei legislatori è quella di offrire più trasparenza e più sicurezza nei confronti del web e dello strapotere dei colossi tecnologici.
Secondo quanto dichiarato dal commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, «il tempo in cui le grandi piattaforme online si comportano come se fossero troppo grandi per preoccuparsene sta volgendo al termine».
Margrethe Vestager, responsabile della concorrenza, ha scritto in un tweet: «il Digital Services Act farà in modo che ciò che è illegale offline sia anche visto e trattato come illegale online, non come uno slogan, ma come la realtà».
Lo scopo del DSA è di rendere internet più sicuro, per tutti, anche i bambini. Le società tecnologiche dovranno proprio per questo offrire termini e condizioni comprensibili anche per i più piccoli, mentre verrà vietato il targeting degli utenti basato su religione, sesso o preferenze sessuali.
Proprio il modo in cui vengono schedati gli utenti per essere bersaglio di pubblicità, verrà limitato. In base al DSA non sarà possibile attirare utenti con algoritmi basati su sesso, etnia e religione, sarà anche vietato indirizzare i bambini con gli annunci. Bandite anche le pratiche ingannevoli per spingere gli utenti verso determinati prodotti e servizi. Difficilmente le grandi aziende tecnologiche potranno eludere queste norme, dato che le sanzioni possono arrivare al 6% dei ricavi annuali dell’azienda. Per una società come Meta si tratterebbe di una multa fino a 7 miliardi di dollari in base ai dati di vendita del 2021.
L’ultimo step per la legge comunitaria è il passaggio dell’approvazione formale delle istituzioni dell’Ue e dovrebbe entrare in vigore dal 2024.
di: Flavia DELL’ERTOLE
FOTO: PIXABAY
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