Il 15% delle aziende floricole è a rischio per i costi di produzione superiori ai ricavi
Tutto pronto a Genova dove ieri è tornata a sbocciare Euroflora, la principale fiera italiana del florovivaismo. La manifestazione riapre dopo quattro anni ma deve fare i conti con un vero e proprio “tsunami alimentato dall’invasione Russa in Ucraina” che “colpisce anche la coltivazione di piante e fiori Made in Italy“.
Secondo l’ultima indagine di Coldiretti su dati Crea, infatti, il 15% delle aziende floricole è a rischio a causa di costi di produzione che superano i ricavi.
I rincari energetici sostengono l’aumento del 67% dei costi correnti per la floricoltura, con un impatto “traumatico” per le aziende agricole italiane. Parliamo delle spese di riscaldamento delle serre, ma anche dei costi del carburante per i macchinari, delle materie prime come fertilizzanti, vasi e cartoni, dei trasporti (ricordiamo che in Italia l’85% delle merci si sposta su gomma).
«Il rincaro dell’energia – prosegue Coldiretti – non risparmia fattori fondamentali di produzione come sementi e piantine (+134%), i fertilizzanti con aumenti che vanno da un +150 ad oltre + 200% (l’urea è passata da 350 euro a 1.150 euro a tonnellata, +228%), alle torbe con un +20%».
Non va meglio per gli imballaggi, a fronte di rincari dei vasetti per i fiori a causa del costo della plastica (+72%), del vetro (+40%) e della carta (+31%).
Il tutto, con dei tempi di consegna allungati, in alcuni casi addirittura quintuplicati.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/LUCA ZENNARO
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