Nel primo trimestre del 2022 sono stati registrate 48.790 infezioni, più di quanto non sia successo in tutto il 2021
Nel 2022 i contagi di Covid sul lavoro sono nettamente aumentati, a fronte però di una netta diminuzione dei casi mortali. Ce lo conferma il 26esimo report nazionale della Consulenza statistico attuariale dell’Inail sulle infezioni di origine professionale da nuovo Coronavirus.
Nel primo trimestre del 2022 infatti sono stati denunciati all’Inail 48.790 contagi Covid sul lavoro: più di quanto non sia successo in tutto il 2021 (47.858 casi). Nel mese di gennaio in particolare sono state registrate 27.682 infezioni di origine: si tratta del mese in cui ne sono attestati di più da inizio pandemia dopo marzo e novembre 2020.
Anche a febbraio e marzo 2022 si sono registrati numeri significativi, anche se inferiori (rispettivamente 11.167 e 9.941 casi), superando così tutti i mesi del 2021 ad eccezione di gennaio.
Per quanto riguarda i decessi invece, nel primo trimestre di quest’anno ne sono stati denunciati cinque in seguito alle infezioni sul lavoro; si tratta dello 0,6% degli 853 casi mortali denunciati da inizio pandemia. A marzo se ne sono registrati 18 in più ma solo due erano riferibili a infezioni contratte a febbraio e gennaio, mentre altri 13 fanno riferimento al 2021 e ulteriori due al 2020.
Il 67,4% di tutti i casi mortali segnalati all’Inail (575 decessi) risalgono proprio al 2020, mentre il 32% fa riferimento ai contagi avvenuti sul lavoro nel 2021, con 273 decessi.
Ancora, dal report si apprende come da inizio pandemia circa un quinto delle denunce totali di infortunio sul lavoro riguardavano i contagi da Covid-19 (in totale 245.392 segnalazioni). Si tratta dell’1,7% dei contagi totali comunicati dall’Iss.
Lo studio fornisce interessanti dati di analisi anche a livello demografico. Ad esempio, si apprende che nei mesi precedenti l’età media dei contagiati era di 46 anni (per entrambi i sessi), dato che nell’ultimo mese è sceso a 45 anni. In generale, il 41,1% delle denunce riguarda la fascia d’età 50-64 anni; seguono la fascia 35-49 (36,8%), under 35 (20,2%) e over 64 (1,9%).
A livello regionale, le denunce sono distribuite per il 41.6% al Nord-ovest (davanti a tutti la Lombardia con il 24,5% dei contagi sul lavoro), 22,9% nel Nord-est (Veneto 10,5%), 16,4% al Centro (Lazio 7,5%), 13,5% al Sud (Campania 6,3%) e del 5,6% nelle Isole (Sicilia 4%).
A livello provinciale, le città in cui si sono segnalati più casi di infezione da Covid sul posto del lavoro sono Milano (9,9%), Torino (6,7%), Roma (6,%) e Napoli (4,1%); seguono Genova (2,9%), Brescia (2,8%), Verona (2,4%), Varese (2,2%), Bologna e Firenze (entrambe con il 2,1%) e Treviso e Venezia (2%).
A contagiarsi di più sul lavoro sono le donne (68,3% delle denunce), un “primato” conservato in tutte le regioni ad eccezione di Sicilia e Campania dove l’incidenza femminile nei contagi risulta al 47,7% e al 46,8%.
Infine, a livello professionale, la categoria più coinvolta in assoluto è quella dei sanitari, i cui contagi costituiscono il 37,5% delle denunce, nell’82,5% delle quali ai danni di infermieri. Seguono gli operatori socio-sanitari al 16,9%, gli operatori socio-assistenziali con il 6% gli impiegati amministrativi con il 5,3% e il personale non qualificato nei servizi sanitari (4,5%).
In questo, il 63,5% delle denunce riguarda sanità e assistenza sociale (con un picco di 11mila denunce proprio a gennaio 2022).
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/ FILIPPO VENEZIA
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