Il segretario generale dell’Onu è oggi a Kiev: “la guerra finirà quando la Russia lo deciderà”. Metsola: “l’Ue non ha paura della Russia”. Il Bundestag approva l’invio di armi pesanti
“Se Svezia e Finlandia decidono di entrare nella Nato saranno accolti a braccia aperte“. A dirlo è il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in conferenza stampa con la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola. «Abbiamo lavorato con questi Paesi per anni – ha dichiarato, – sappiamo che loro forze hanno gli standard della Nato, abbiamo condotto insieme in molte missioni e mi aspetto che il processo sia veloce dopo che le formalità saranno espletate. Sono certo che troveremo accordi di sicurezza nel periodo di interregno fino a quando sarà ratificata la loro scelta».
Il numero uno dell’Alleanza ha poi aggiunto: «la brutale invasione dell’Ucraina dimostra la necessità della Nato di offrire supporto a quei Paesi europei che non sono né membri della Nato né membri dell’Unione europea, come la Moldavia e la Georgia. Si tratta di un sostegno pratico e politico».
Metsola ha, inoltre, confermato lo slittamento del nuovo pacchetto di sanzioni (leggi qui).
A proposito della posizione della Nato parla il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin: «la Nato è uno strumento di singoli Paesi per cercare l’egemonia non solo nel Nord Atlantico, ma anche nell’Asia-Pacifico, verso cui si è rivolta negli ultimi anni per mostrare la sua potenza e fomentare conflitti. Come prodotto della Guerra Fredda e più grande alleanza militare al mondo, l’Alleanza dovrebbe valutare la situazione e apportare gli adeguamenti necessari».
Verso una cooperazione bilaterale tra Russia e Angola. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha sentito telefonicamente l’omologo angolano Joao Lourenco, informandolo dell’operazione militare speciale russa in Ucraina.
«Su richiesta di Joao Lourenco – riferisce il servizio stampa del Cremlino, – Vladimir Putin lo ha informato sulle le ragioni e gli obiettivi dell’operazione militare speciale per proteggere il Donbass e ha anche fornito una valutazione fondamentale dello stato dei negoziati con i rappresentanti ucraini. Durante la conversazione – si legge – entrambe le parti hanno espresso soddisfazione per il livello raggiunto nelle amichevoli relazioni russo-angolane. É stata confermata la disposizione reciproca a un loro ulteriore sviluppo, in ambito commerciale, economico, scientifico e tecnico».
Subito dopo Putin avrebbe sentito anche il presidente turco Tayyip Erdogan. Lo rende noto l’ufficio del leader turco, citato dall’agenzia Anadolu: «il presidente Recep Tayyip Erdogan ha avuto una conversazione telefonica con il presidente russo Vladimir Putin. Durante i colloqui, hanno discusso dello scambio di detenuti tra Russia e Usa avvenuto ieri in Turchia, nonché di eventi legati all’Ucraina».
«La guerra non finirà con gli incontri. Quando la Russia deciderà di mettervi fine e quando ci sarà, dopo un cessate il fuoco, la possibilità di un vero accordo politico». A dirlo, in un’intervista alla Cnn, è il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, che ha definito l’incontro avvenuto lo scorso martedì a Mosca con il presidente russo, Vladimir Putin, “molto utile“. Oggi avrà luogo a Kiev l’atteso incontro tra il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.
«Quando vedo questi palazzi distrutti dalla guerra, immagino la mia famiglia, mia nipote nel panico e in fuga. Questa distruzione è inaccettabile nel 21esimo secolo» – ha detto il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, visitando Borodyanka, una delle cittadine più colpite dall’invasore russa. Il segretario si è poi spostato verso Bucha dove ha visitato la chiesa ortodossa di Sant’Andrea. A Irpin ha poi dichiarato: «i civili pagano il prezzo più caro della guerra. Questo va ricordato in ogni parte del mondo».
Durante la visita a Bucha ha chiesto a Mosca di cooperare con la Corte Penale internazionale dell’Aja nell’inchiesta sui possibili crimini di guerra perpetrati in Ucraina. «Quando vedo questo luogo orribile capisco quanto è importante avere un’inchiesta completa e stabilire le responsabilità. Ma quando parliamo di crimini di guerra non possiamo dimenticare che il peggiore dei crimini è la guerra stessa» – sono state le sue parole.
Il Bundestag tedesco, nel frattempo, ha approvato la consegna delle armi pesanti all’Ucraina. La mozione è passata con 586 voti favorevoli, 100 contrari e 7 astenuti.
Prosegue il tiro alla fune tra Kiev e Mosca sugli attacchi in Transnistria. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, citata dalle agenzie, ha fatto sapere che la Russia è in “allerta” per l’escalation di tensione nella regione moldava, dove ritiene che gli ultimi incidenti verificatisi siano “atti di terrorismo“. «Condanniamo fortemente i tentativi di coinvolgere la Transnistria in quanto accade in Ucraina. Ci aspettiamo un’indagine obiettiva su tutte le circostanze» – dichiara.
Dall’Unione Europea, intanto, parla la presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola. «L’Unione europea non ha paura della Russia – dice in un’intervista a Il Messaggero. – Non possiamo lasciarci dividere da Vladimir Putin. L’energia è sempre stata un’arma politica per la Russia, uno strumento usato per esercitare la propria influenza. Ma Mosca non può essere contemporaneamente un membro della comunità internazionale e un aggressore che commette crimini di guerra. Come Parlamento europeo vogliamo un embargo immediato di tutte le forniture energetiche controllate dal Cremlino».
La città di Zaporizhzhia ancora sotto gli attacchi russi: l’amministrazione militare regionale di Zaporizhzhia fa sapere su Telegram che “l’attacco è stato effettuato da aerei razzisti, sono stati utilizzati missili aria-superficie X-55. Al momento si sa di tre vittime, una delle quali un bambino“.
Bombardamenti continui anche nella regione del Lugansk. Le autorità locali, citate da Ukrainska Pravda, riferiscono di quattro morti e quattro feriti. Tra i danni si contano anche 10 palazzi distrutti a Popasna e 13 a Lysychansk. Due civili sarebbero invece morti nei bombardamenti sulla regione di Kharkiv, nella comunità di Derhachiv. Lo riferisce Ukrinform, citando il servizio stampa della comunità di Derhachiv su Telegram.
Da Kiev arrivano nuove richieste di armi. Mykola Oleshchuk, il comandante delle Forze aeree di Kiev, scrive su Telegram: «abbiamo bisogno di nuove attrezzature di fabbricazione occidentale che siano efficaci. La guerra non finirà presto, abbiamo bisogno di armi oggi».
Sale a 217 il bilancio dei bambini uccisi in Ucraina dall’inizio dell’aggressione russa. A denunciarlo è l’ufficio del procuratore ucraino. La Procura starebbe portando avanti inchieste di indagine per 8.653 presunti crimini di guerra commessi dalle truppe russe.
Sarebbero, invece, 22.400 i militari russi morti tra il 24 febbraio scorso e il 27 aprile. Lo riporta il centro per la Comunicazione strategica di Kiev, citato da Ukrinform, secondo il quale l’esercito ucraino avrebbe abbattuto un drone russo su Odessa, nel Mar Nero meridionale.
I russi avrebbero giustiziato ucraini in procinto di arrendersi vicino a Donetsk. A dichiararlo all’Onu è stata l’ambasciatrice generale per la Giustizia penale, Beth Van Schaack, citata dalla Cnn. Gli Stati Uniti, dunque, sostengono di avere “informazioni credibili” che dimostrano “esecuzioni di persone alle quali erano state legate le mani, torture e violenze sessuali contro donne e ragazze“. «Questi rapporti suggeriscono che le atrocità non sono il risultato di un’azione individuale ma un modello inquietante di abusi sistematici in tutte le aree in cui sono impegnate le forze russe – ha detto Van Schaak. – Coloro che hanno scatenato, perpetrato e ordinato questi crimini ne dovranno rendere conto e le prove di queste azioni aumentano di giorno in giorno. Il nostro messaggio alla leadership militare e politica russa è semplice: il mondo sta guardando e voi dovrete renderne conto».
La notizia si aggiunge a una serie di indagini aperte sulle presunte atrocità commesse dalle forze militari russi durante l’aggressione.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/EPA/JUSTIN LANE
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