
L’inflazione registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 6,2% su base annua. Rallentano soprattutto i prezzi dei beni energetici
In Italia frena l’inflazione ad aprile ma rimane comunque a massimi dal 1991 a causa dei prezzi dei Beni energetici (regolamentati e non) che confermano una crescita molto sostenuta su base annua. Secondo le stime preliminari dell’Istat ad aprile 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile, da +1% del mese precedente e contro attese per +0,9%, e del 6,2% su base annua, da +6,5% del mese precedente e contro attese per +6,3%.
Come già annunciato, il rallentamento dell’inflazione su base tendenziale si deve prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +50,9% di marzo a +42,4%) ed è imputabile sia ai prezzi degli Energetici regolamentati (da +94,6% a +71,4%) sia a quelli degli Energetici non regolamentati (da +36,4% a +31,7%). Decelerano anche i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +2,4%). Accelerano invece i prezzi dei Beni alimentari lavorati (da +3,9% a +5,4%), quelli dei Beni durevoli (da +1,6% a +2,2%), dei Beni non durevoli (da +1,3% a +2,1%) e i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,0% a +5,1%).
L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,9% a +2,5% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,5% a +2,9%.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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