Solo due ministeri hanno rispettato i tempi di pagamento
Nel 2021 sono sati solo due ministeri, su 14, a rispettare i tempi di pagamento e la PA non paga i fornitori, è quanto denuncia l’ufficio studi della Cgia. Lo stock dei debiti commerciali di parte corrente della Pubblica Amministrazione ha continuato a crescere fino a toccare, nel 2021, il record di 55,6 miliardi di euro. Secondo quanto riportato dalla Cgia nessun’altro Paese in Europa registra una cifra simile, dato che se rapportata al Pil il debito arriva al 3,1% (in Spagna è lo 0,8% e in Germania 1,6%).
Da quanto emerge dallo studio, nel 2021 sono stati solo i ministeri di Transizione Ecologica, Istruzione, Università e Ricerca a rispettare i pagamenti. I ministeri con tempi di attesa più lunghi sono ministero dell’Interno (+67 giorni rispetto alla scadenza), alle Politiche Agricole (+ 42 giorni), alla Difesa (+33 giorni) e ai Beni Culturali (+21 giorni).
Situazione che non è migliorata nei primi tre mesi del 2022, quando il solo ministero delle Politiche agricole ha pagato in tempestivamente. La Cgia sottolinea anche che nei debiti commerciali presi in considerazione mancano quelli in conto capitale (cioè riferiti ai ritardi o mancati pagamenti per investimenti) che secondo una stima si aggirerebbero intorno ai 10 miliardi di euro.
Sono soprattutto i Comuni del Sud a ritardare i pagamenti, secondo i dati raccolti da Cgia Lecce ha pagato le fatture con 50 giorni di ritardo, Salerno dopo 61 giorni, Avellino dopo 72 giorni, Reggio Calabria dopo 154 giorni e Napoli con 228 giorni di ritardo.
«Se, ipoteticamente, almeno la metà dei 55,6 miliardi di euro di debiti commerciali fosse pagato quest’oggi, allineandoci così a un livello di mancati pagamenti sul Pil in linea con la media europea, quanti nuovi posti di lavoro si potrebbero creare? – domanda la Cgia – Ovviamente, dare una risposta precisa a questa domanda è estremamente difficile. Tuttavia, con quasi 28 miliardi di euro in più in cassa non è da escludere che le imprese potrebbero utilizzare almeno una decina di miliardi per potenziare il proprio organico».
«Senza liquidità a disposizione – sottolinea la Cgia – tanti artigiani e altrettanti piccoli imprenditori si trovano in grave difficoltà e in un momento così delicato per l’economia del Paese è inaccettabile che i debiti della Pa nei confronti degli imprenditori siano in costante crescita dal 2017».
di: Flavia DELL’ERTOLE
FOTO: PIXABAY
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