È record per energia elettrica
Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha tenuto oggi un’informativa alla Camera sull’aumento dei costi dell’energia, durante la quale ha spiegato che rispetto a gennaio 2021 il prezzo del gas è addirittura quintuplicato.
«La tensione sui mercati ha anche determinato, dopo la forte diminuzione avvenuta nel corso del 2020, un vertiginoso aumento dei costi dell’energia: per quanto riguarda il mercato del gas naturale, il prezzo al PSV (Punto di Scambio Virtuale del gas naturale in Italia) è passato dai circa 20 euro al MWh di gennaio 2021 ai circa 100 euro al MWh del mese di aprile, con un aumento di quasi 5 volte (e con punte giornaliere che hanno superato i valori record di 200 euro) – ha detto, sottolineando poi che – il Prezzo Unico Nazionale ha registrato valori record: negli ultimi mesi si sono raggiunti i valori più elevati da quando la borsa italiana è stata costituita, e negli ultimi giorni i valori si sono attestati tra i 200 e i 250 euro a MWh».
Infine ha spiegato che per l’Italia, così come per qualunque altro Paese europeo interconnesso, non sarebbe conveniente il price cap: «ben diverso se questo diventa una politica europea e tutto il continente si mette d’accordo ed essendo il principale customer planetario può un po’ fare il prezzo e mettere una regola che sia sostenibile. Con il gas che è intorno ai 100-110 euro a MWh, un price cap europeo di 80 euro a MWh, più basso ma non tale da perturbare troppo il mercato, rappresenterebbe immediatamente un 25% di riduzione della bolletta gas e una percentuale ancora più alta di riduzione della bolletta elettrica. Sul gas liquido, che è più costoso, gli effetti potrebbero essere mitigati da contratti per differenza, anche questa è una cosa in fase di studio».
Cingolani ha concluso dichiarando che se interrompessero ora il gas russo, l’Italia avrebbe “un serio problema con lo stoccaggio”. «Per raggiungere il 90% di stoccaggio per l’inverno 22-23 sarebbero necessari circa 6 mesi, arriveremmo con gli stoccaggi pieni e potremmo affrontare il prossimo inverno e quelli successivi con una certa tranquillità. Una interruzione immediata dell’export russo renderebbe critico il superamento dell’inverno 2022-23 in assenza di rilevanti misure di contenimento della domanda che ovviamente sono previste».
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
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