Industria resta il settore con la maggiore propensione all’innovazione ma registra un calo del 7,2%
Secondo un report Istat L’innovazione nelle imprese – 2018/2020, è stato rivelato che “tra le cause della sospensione o contrazione dell’innovazione vi è stata l’emergenza sanitaria che ha interessato il 64,8% delle aziende con attività innovative, in particolare le più piccole, 66,7% contro il 50,2% delle grandi“.
L’industria resta il settore con la maggior propensione all’innovazione, con il 58,5% di imprese impegnate in investimenti, pur registrando un crollo pari a -7.2 punti. Anche il settore dei Servizi ne risente però moderatamente, -3.9 punti. Le Costruzioni, invece, sono in netto aumento.
In tutto il Paese, però. prevale la tendenza delle imprese a innovare processi aziendali piuttosto che sviluppare prodotti nuovi per il mercato 5, 43,6% contro 26,8%, rispettivamente una riduzione sia della quota di imprese che realizzazioni innovazioni sia quelle che investono nuovi processi, -4.3 punti e -3.8 punti, in riferimento al triennio 2016-2018.
A fronte del calo generale, nel periodo 2018-2020 s’intensifica la componente più radicale degli innovatori, cioè imprese che sviluppano e vendono prodotti per il mercato e originali rispetto ai prodotti concorrenti. Questi, costituiscono il 14,6% delle imprese, aumentando di oltre 6 punti percentuali la quota rispetto al periodo precedente. Sempre in questo periodo di riferimento, si conferma, però, una bassa percentuale di imprese che hanno ricevuto finanziamenti pubblici per l’innovazione, il 16,6%. La frequenza delle beneficiarie aumenta nelle grandi, un 23,7% contro il 15,9% delle piccole, in particolare all’Industria, 29,2%. Alcuni settori storicamente innovativi ottengono con frequenza i finanziamenti pubblici, quali R&S, 60,5%, l’industria farmaceutica, 35,0%, e l’informatica.
Ma indipendentemente dal settore economico, le grandi imprese sono le protagoniste, il 28,6% delle quali ha introdotto nuovi prodotti, soprattutto in riferimento all’Industria, 39,5%. L’aumento, nonostante tutto, si riferisce anche alle piccole imprese, che passano dal 6,6% al 13,6%.
di: Federico ANTONOPULO
FOTO: ANSA/ISTAT ufficio stampa
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