Il decreto prevede un meccanismo per i quali i Comuni dai conti dissestati potranno aumentare l’Irpef o chiedere un contributo a chi si imbarca in un porto o aeroporto
Fra le misure previste dal decreto Aiuti approvato dal Consiglio dei ministri la scorsa settimana c’è anche un meccanismo che consentirebbe ad alcuni Comuni di aumentare l’Irpef locale. Vediamo meglio in quali casi è prevista questa possibilità.
Per evitare che gli aiuti promossi ricadano interamente sulle casse comunali, in particolare quelle già in dissesto, i capoluoghi di provincia che abbiano un deficit pro-capite oltre i 500 euro potrebbero quindi aumentare l’Irpef locale.
Nel caso in cui il debito pro-capite superi i 1.000 euro, l’aumento dell’Irpef potrebbe essere sostituito o accompagnato da una tassa di due euro rivolta a chi si imbarca attraverso un porto o un aeroporto della città.
Secondo una stima del Sole 24Ore, basata sui rendiconti comunali pubblicati nel 2020, i capoluoghi di provincia che potrebbero ricorrere a questo introito per le proprie casse sono 23, per un totale di quattro milioni e mezzo di persone coinvolte.
In questo elenco ci sono 18 Comuni con deficit che superano i 500 euro e cinque Comuni con debito superiore a 1.000 euro.
In termini di debito pro-capite, la prima città è Napoli, con 2.674,20 euro a testa; seguono Reggio Calabria (1.959,20 euro) e Salerno (1.562,60 euro). In questa “top ten” rientrano anche Chieti, Potenza, Rieti, Torino, Vibo Valentia, Palermo, Lecce e Catanzaro.
Nell’elenco non mancano i grandi centri: Milano, Genova, Catania, Firenze e Venezia, con il capoluogo lombardo che svetta in testa (2.500,50 euro) seguito da quello ligure (1.917 euro). Le altre città vanno dai 1.338,70 euro di Firenze ai 1.108,20 euro di Catania ai 1.040 euro di Venezia.
Fra i Comuni interessati da un debito pro-capite consistente e che potrebbero quindi applicare l’aumento dell’Irpef ci sono anche Andria, Alessandria, Avellino, Agrigento, Frosinone, Brindisi e Nuoro.
Come stabilito dall’articolo 43 dello stesso dl Aiuti, i Comuni hanno 60 giorni di tempo per aderire all’iniziativa.
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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