A mettere a dura prova il Bitcoin ed il mondo cripto in genere sono l’inflazione galoppante, la stretta monetaria avviata dalle banche centrali e la paura di una recessione incombente causata anche dalla guerra in Ucraina
Il Bitcoin è in caduta libera oggi e perde il 3,4% a 33.438 dollari. Il suo valore è praticamente più che dimezzato rispetto ai massimi di 69.000 dollari raggiunti a fine 2021. In una situazione simile si trova anche la seconda moneta virtuale per eccellenza, l’Ethereum, a 2.437 dollari, in calo del 4%, rispetto al livello di 4.652 dollari di 6 mesi fa. E secondo Edul Patel, amministratore delegato e co-fondatore di Mudrex, piattaforma di investimento in cripto, la tendenza al ribasso cui stiamo assistendo potrebbe continuare per diversi giorni.
Lo scivolone, partito venerdì in tandem con il selloff su Wall Street, è dovuto a tre fattori: l’inflazione galoppante, le banche centrali che hanno avviato un veloce percorso di stretta monetaria e la paura di una recessione incombente causata anche dalla guerra in Ucraina. Il tutto sta mettendo alla prova sia i listini tradizionali (azioni e bond) sia quelli di nuova generazione (le cripto).
L’aumento dei tassi di interesse è il rischio maggiore sia per le criptovalute che per i mercati azionari. La Federal Reserve ha già alzato il costo del denaro nell’intervello dello 0,75%-1% (leggi qui) e a giugno il governatore, Jerome, Powell, dovrebbe aumentarlo di un altro 0,5%.
Non solo: sempre a a giugno la Banca centrale Usa dovrebbe iniziare a ridurre il gigantesco bilancio da 9.000 miliardi di dollari, messo in campo per poter aiutare le società a sopravvivere durante la pandemia, ed inizierà a vendere gli asset in portafoglio per 47,5 miliardi di dollari fino ad agosto per poi accelerare a 95 miliardi di dollari a partire da settembre.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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