Proprio la guerra ha parzialmente minato lo slancio commerciale dello scorso anno delle Pmi, con ordini annullati e centinaia di milioni di euro di danni registrati tra le imprese. Pesa anche la forte carenza di personale qualificato
Balzo di utili e ricavi nel 2021 per le piccole e medie imprese italiane, un trend confermato anche nel primo trimestre di quest’anno, nonostante la forte incertezza generata dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. A dirlo è una indagine di I-Aer, Centro di Ricerca di Economia Applicata, condotta su un campione di 809 Pmi, secondo cui il 74% delle totali intervistate ha registrato un ottimo 2021, ma ci sono comparti ancora in sofferenza, soprattutto, l’abbigliamento-moda e il turismo.
Proprio la guerra ha parzialmente minato lo slancio commerciale dello scorso anno, con ordini annullati e centinaia di milioni di euro di danni registrati tra le imprese.
Ma a pesare, oltre al conflitto e alla pandemia, è anche la forte carenza di personale qualificato. «I pericoli all’orizzonte riguardano innanzitutto – sottolinea il direttore scientifico di I-Aer, Fabio Papa – un 2023 fatto di estrema incertezza, con una possibilità molto elevata di subire importanti rallentamenti in termini di ordinativi, a livello cross-settoriale. La ricetta da seguire, in un clima di incertezza sul fronte dell’andamento delle materie prime e della loro stessa reperibilità sui mercati, è innanzitutto il presidio dei margini e della corretta formulazione dei preventivi, accanto alla strategia aziendale e alla direzione che l’impresa vuole intraprendere. Inoltre è fondamentale avere una attenzione spasmodica alla formazione continua del personale».
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
Ti potrebbe interessare anche: