Nonostante questo i numeri del settore sono in crescita, con l’arrivo dell’estate e la ripresa del turismo che spingono i consumi
Con l’arrivo dell’estate il “business” del gelato si affaccia sull’impennata stagionale dei consumi. Quest’anno però il settore sarà fortemente condizionato nei prezzi dallo scenario macroeconomico.
Se è vero che la guerra ha inevitabilmente alzato i livelli di inflazione (come abbiamo visto qui, le stime nell’Eurozona in tal senso sono tutte al rialzo rispetto alle previsioni invernali), il gelato non è esente dal rincaro subito dall’intero listino alimentare.
Secondo Coldiretti, il primo balzo di consumi di gelato spinto dall’approdo del caldo in Italia è stato accompagnato da un aumento del 10% dei prezzi a livello nazionale.
La stima, su dati Istat, risente anche dell’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime utilizzate: parliamo di zucchero (+6%), latte (+7%), uova (+9%) e altri ingredienti.
Nonostante questo, la crescita dei consumi nel settore è ancora netta: l’anno scorso il comparto dei gelati ha registrato una crescita del 19,5% rispetto al 2020, con un valore totale di 2,3 miliardi di euro (dati Sigep).
I consumi saranno spinti al rialzo anche con la ripresa del turismo (qui abbiamo riportato le previsioni di Federalberghi).
In Italia il comparto è composto da 39mila gelaterie, che danno lavoro a 75mila persone. In totale ogni anno le gelaterie italiane utilizzano 220 milioni di litri di latte, 64 milioni di chili di zuccheri, 21 milioni di chili di frutta fresca e 29 milioni di chili di altri prodotti, con un’evidente ricaduta sugli altri settori di approvvigionamento delle materie prime.
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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