La richiesta di dissequestro dell’area a caldo era stata avanzata a fine marzo dagli avvocati di Ilva in amministrazione straordinaria alla Corte d’Assise. Gli impianti furono sequestrati nel 2012 e fu poi concessa la facoltà d’uso
La Procura di Taranto ha espresso parere negativo in merito all’istanza di dissequestro degli impianti dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico ex Ilva. La richiesta era stata avanzata a fine marzo dagli avvocati di Ilva in amministrazione straordinaria alla Corte d’Assise. Secondo i commissari straordinari di Ilva in As, tutt’ora proprietaria degli impianti, è cambiato lo scenario delle emissioni rispetto a 10 anni fa grazie ai lavori ambientali e ci sono i presupposti per revocare il sequestro. Di diverso avviso è la Procura. La decisione finale spetta però alla Corte d’Assise.
Il dissequestro degli impianti è una delle condizioni sospensive dell’accordo di investimento siglato il 10 dicembre 2020 tra Arcelor Mittal Holding Srl, Arcelor Mittal Sa e Invitalia.
Gli impianti furono sequestrati il 26 luglio 2012 in base a un’ordinanza firmata dal gip Todisco nell’ambito dell’inchiesta per associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, all’avvelenamento di sostanze alimentari e alla omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro. All’azienda fu poi concessa la facoltà d’uso.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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