Federalberghi lancia l’allarme per l’assenza di turisti internazionali, dal Sudamerica alla Russia al Sol Levante
Nonostante cominci a circolare un certo ottimismo sulla ripresa del turismo in Italia (ne abbiamo parlato anche qui), le ferite inflitte al comparto da due anni di pandemia non sono del tutto rimarginate. È il caso particolare di Roma, dove su 1.250 alberghi 180 sono rimasti ancora chiusi e “a questo punto è difficile che riapriranno“.
A lanciare l’allarme è il presidente di Federalberghi Roma Giuseppe Roscioli che da un lato conferma le aspettative positive per la ripresa e dall’altro ricorda le difficoltà che ancora impediscono al settore di tornare a decollare.
Fra le questioni aperte c’è anche quella dei turisti internazionali: oggi all’appello mancano russi, cinesi, giapponesi, coreani e sudamericani, ossia “metà del mondo turistico che caratterizzava Roma“. La speranza è che questi turisti riescano a tornare nella Capitale almeno in inverno, anche se “il 2024 sarà l’anno in cui probabilmente torneremo ai valori del 2019“.
Il problema riguarda anche l’assenza di voli internazionali, ancora fortemente condizionati dal Covid e più recentemente dal conflitto in Ucraina. Le stesse compagnie aeree hanno assicurato che non torneranno a pieno regime prima del 2024.
A dispetto del quadro, il turismo della Città Eterna cerca di rialzare la testa. «Ci sono nuovi investimenti che erano partiti prima del 2019 ed hanno subito due anni di fermo – spiega Roscioli – 7-8 alberghi nuovi saranno in apertura nei prossimi mesi, alcuni anche importanti».
Per adeguarsi ad un turismo capace di attrarre anche visitatori più vicini, “tutti i nuovi alberghi hanno dato grande importanza alla ristorazione, con fatturati enormemente superiori“.
«Hanno aperto da poco anche hotel in zone densamente popolate non prettamente turistiche con l’ottica di accogliere il territorio circostante, offrendo pizzeria o ristorante, risto bar, roof, giardino – spiega Roscioli – Insomma tanti modi per far vivere l’albergo alla popolazione locale».
di: Marianna MANCINI
FOTO: PIXABAY
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