
L’import registra un incremento tendenziale del 38,8%. L’Istat stima anche una crescita congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero. Saldo commerciale vicino al pareggio nonostante il deficit energetico
Prosegue in crescita il commercio italiano. L’Istat stima a marzo una crescita congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, più intensa per le esportazioni (+1,7%) che per le importazioni (+1,3%). L’aumento su base mensile dell’export è dovuto all’incremento delle vendite verso entrambe le aree, UE (+1,3%) ed extra UE (+2,1%).
Su base annua invece l’export cresce del 22,9%, con un forte aumento delle vendite sia verso l’area UE (+23,5%) sia verso i mercati extra UE (+22,2%). L’import registra un incremento tendenziale del 38,8%, che coinvolge sia l’area UE (+23,7%) sia, in misura molto più ampia, l’area extra UE (+61,0%).
Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export si segnalano: metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+34,9%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+37,6%), sostanze e prodotti chimici (+26,5%) e mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+31,8%). I contributi maggiori all’incremento dell’export nazionale sono Stati Uniti (con un aumento del 40,0%), Francia (+21,0%), Germania (+14,8%) e Svizzera (+32,2%). Diminuiscono del 50,9% le vendite invece verso la Russia.
Nel primo trimestre del 2022, rispetto al precedente, l’export cresce del 7,7%, l’import del 9,8%.
Nonostante un deficit energetico ampio, alimentato dai decisi rialzi dei valori medi unitari all’import di gas e greggio, l’elevato avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici porta a un saldo commerciale lievemente negativo a marzo 2022, prossimo al pareggio. A marzo è pari a 84 milioni di euro, a fronte di un avanzo di 5.190 milioni dello stesso mese del 2021.
A marzo l’export nazionale verso la Russia su base annua diminuisce del 50,9%. I Paesi che forniscono i contributi maggiori all’incremento dell’export nazionale sono Stati Uniti (con un aumento del 40,0%), Francia (+21,0%), Germania (+14,8%) e Svizzera (+32,2%).
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: PIXABAY
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