La tedesca Uniper, l’austriaca Omve e la francese Engie hanno lasciato intendere che continueranno ad acquistare il gas di Mosca
Rimane alta la tensione sul pagamento del gas russo dopo l’apertura di due conti da parte di Eni presso Gazprombank (leggi qui). «Pagare in rubli significa violare le sanzioni. Ed è una violazione anche dei contratti stipulati che prevedono in quale valuta pagare. E i contratti indicano euro o dollari, mai rubli». Lo ha detto il vice presidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, rispondendo nel corso della conferenza stampa sul piano RepowerEu (guarda qui).
«Sappiamo che la quasi totalità dei contratti delle compagnie europee sono denominati in euro o dollari. I pagamenti delle compagnie europee avvengono secondo questi contratti e avvengono in euro e in dollari e questo non costituisce una violazione delle sanzioni», ha spiegato mezz’ora dopo il commissario Ue per l’Economia Paolo Gentiloni interpellato sull’annuncio di Eni.
Oltre a Eni hanno già lasciato intendere che aderiranno al nuovo sistema la tedesca Uniper, l’austriaca Omv e la francese Engie. Il punto è che tecnicamente nessuno “paga in rubli”: i soldi versati dalle aziende europee sono euro o dollari. E’ poi Gazprombank, non sanzionata da Bruxelles, che provvede poi a cambiare il denaro presso la banca centrale russa e a depositarlo su un secondo conto.
di: Maria Lucia PANUCCI
FOTO: SHUTTERSTOCK
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