Il commissario Ue all’Economia ha dichiarato che il nuovo piano è un “capitolo aggiuntivo” del Recovery Plan
Il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni che il nuovo piano REpowerEU, presentato oggi a Bruxelles dalla Commissione per arrivare entro pochi anni all’indipendenza energetica prima dalla Russia e poi dalle fonti fossili (leggi qui) è “un capitolo aggiuntivo” del Recovery Plan post Covid dell’Unione Europea, il Next Generation EU, e in particolare del Fondo (Rrf) per la ripresa e la resilienza, declinato nei diversi Stati membri con i Piani nazionali Pnrr.
Durante la conferenza stampa, Gentiloni ha sottolineato che questo allargamento del campo di applicazione del Fondo Rrf alla transizione energetica, “rafforza la svolta storica” che l’Ue ha compiuto quando ha deciso di dotarsi di uno strumento comune.
Il commissario ha presentato un’altra iniziativa, il sostegno macrofinanziario all’Ucraina per 9 miliardi di euro, evidenziando anche in questo caso un collegamento con il meccanismo Sure, adottato in risposta alla pandemia.
«Queste le due principali decisioni di una giornata in cui le decisioni non sono mancate. Il piano per affrontare la transizione energetica che abbiamo denominato REpowerEU – ha spiegato Gentiloni – è in fondo un capitolo aggiuntivo del ‘Recovery Plan’, quindi ci saranno risorse aggiuntive, sia come trasferimenti che come prestiti, per poter affrontare con lo stesso meccanismo del ‘Recovery Plan’, ovvero investimenti e riforme concordati con la Commissione, le sfide della transizione energetica. L’obiettivo è chiaro: essere indipendenti dal gas del petrolio Russi in particolare, e andare verso le energie rinnovabili e la transizione climatica. Ma i tempi sono molto, molto impegnativi e quindi sono necessarie le risorse. Questo è il motivo per cui abbiamo presentato questa, diciamo così, seconda parte più ridotta del Recovery Plan, dedicato in questo caso alla transizione energetica».
«Io penso – ha continuato Gentiloni – che sia una grande decisione. Innanzitutto il fatto di avere agganciato questa nuova iniziativa europea, questo nuovo sforzo, al meccanismo esistente nel Fondo Rff per la ripresa e resilienza, con la stessa chiave di distribuzione dei fondi che c’era nel Recovery Plan iniziale e con la possibilità quindi per paesi come l’Italia di avere un accesso a prestiti e a trasferimenti in modo molto significativo. È chiaro che abbiamo di fronte una montagna di investimenti” da fare, “una sfida per l’Unione europea. Ed è evidente che questa sfida debba essere affrontata anche ponendosi il problema di come finanziare tutte queste operazioni. Penso che stiamo facendo il possibile con le risorse che abbiamo già, sia con il bilancio ordinario dell’Ue, sia con quello di ‘Next Generation EU’; ma non perdiamo mai di vista il fatto che il bilancio ordinario dell’Unione europea è simile al bilancio di un piccolo Paese europeo, e quindi molto, molto inferiore al bilancio di un paese come l’Italia. Quindi non possiamo chiedere all’Europa, intesa come il bilancio ordinario della Commissione europea, di fare miracoli; possiamo chiederglielo nella misura in cui scatta di nuovo un meccanismo che mette insieme le risorse comuni per obiettivi comuni. Ci sarà la possibilità di finanziare alcuni strumenti, in particolare relativi al gas liquefatto, che possono essere di aiuto” nella transizione, ovvero “nel periodo tra oggi e quando avremo una sufficiente indipendenza dal gas e petrolio russi, e un contributo maggiore delle rinnovabili. Non ci sarà nessun passo indietro sulla transizione climatica. Anzi nel progetto lanciato oggi, gli obiettivi vengono confermati o addirittura rafforzati, sia per le rinnovabili e l’energia solare che per i tempi della transizione. Nel 2020 avevamo due modelli: il meccanismo Sure (prestiti raccolti dalla Commissione sui mercati per sostenere i sistemi nazionali di cassa integrazione, e poi restituiti dagli Stati che li hanno utilizzati, ndr), e il Fondo Rrf per la ripresa e resilienza”, che comprendeva invece una forte componente di sovvenzioni. Credo che, diversamente dal Fondo Rrf, che richiedeva le ratifiche dei parlamenti nazionali, Sure sia il modello per agire velocemente, nello spazio di settimane, non di mesi».
di: Francesca LASI
FOTO: ANSA/EPA/JULIEN WARNAND
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